Giornata cruciale per Donald Trump. Nella mattinata di oggi, infatti, la Corte Suprema annuncerà il suo parere circa la l’esclusione del candidato repubblicano dalle schede elettorali in Colorado.
Stando alle ultime indiscrezioni, i nove giudici – la maggioranza dei quali conservatori, e tre nominati proprio da Donald Trump durante il suo mandato alla Casa Bianca – si esprimeranno contro la teoria secondo la quale i singoli Stati dell’Unione possono escludere l’ex presidente sulla base del quattordicesimo emendamento, che vieta la candidatura a cariche federali a coloro che, pur giurando fedeltà alla Costituzione, si sono resi colpevoli di insurrezioni. Naturalmente, in questo caso, l’episodio contestato dal Colorado al leader di MAGA è l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Già un mese fa, d’altronde, come riportato da ABC, dopo l’appello di Trump, la maggior parte dei magistrati sembrava molto scettica sul fatto che un singolo stato avesse l’autorità di eliminare il nome dell’ex inquilino della Casa Bianca dalle schede elettorali. Nonostante ciò, negli ultimi tempi, l’esempio del Colorado era stato seguito anche da altri Stati, più precisamente dal Maine e dall’Illinois.

La decisione della Corte Suprema, dunque, arriverà con 24 ore d’anticipo sul Super Tuesday, data cruciale delle primarie statunitensi. Domani, infatti, saranno ben quindici gli stati che si recheranno alle urne, ovvero Alabama, Alaska, Arkansas, California, North Carolina, Massachusetts, Minnesota, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont Virginia e, per l’appunto, Colorado e Maine. A questi ultimi, inoltre, si aggiungerà anche il territorio delle Samoa americane.
Vista l’importanza dell’appuntamento, l’ex presidente non vorrà certo rinunciare ai voti degli stati che hanno deciso di ritenerlo responsabile dei fatti del 6 gennaio 2021. Il nome di Trump apparirà comunque nella scheda elettorale del Colorado. Nel remoto caso in cui, nella giornata di oggi, i giudici riterranno che lo Stato ha il diritto a giudicare il candidato repubblicano “non idoneo” a ricoprire la carica in questione, però, i voti in suo favore non saranno considerati.
Naturalmente, stando a quanto riferito dai principali media statunitensi, la sentenza della Corte Suprema potrebbe coinvolgere in maniera diretta anche Maine ed Illinois, anche se quest’ultimo Stato ospiterà le primarie non prima del 19 marzo.