L’economia statunitense è cresciuta a un ritmo sostenuto nel quarto trimestre del 2023 in un contesto di solida spesa dei consumatori, ha confermato mercoledì il Dipartimento del Commercio, che ha pubblicato la seconda lettura del Prodotto interno lordo. Il rapporto di oggi mostra che il Pil è aumentato ad un ritmo annualizzato del 3,2%, rispetto a una stima precedente del 3,3%. La spesa dei consumatori è aumentata ad un tasso del 3%, più velocemente del 2,8%, inizialmente stimato. La spesa dei consumatori rappresenta circa il 70% dell’attività economica statunitense. Questo dato forte, unito ad un mercato del lavoro particolarmente resiliente, fa prevedere uno slancio persistente dell’economia anche all’inizio del nuovo anno, nonostante i tassi di interesse, nettamente alti, orchestrati dalla Federal Reserve per domare l’elevata inflazione.
Gli investimenti complessivi delle imprese, nel trimestre di fine 2023, sono stati più deboli di quanto inizialmente riportato. La spesa totale è aumentata solo dello 0,9%, rispetto alla stima iniziale del 2,1%, a causa di un calo degli investimenti in nuove attrezzature. Le aziende hanno anche ricostruito le scorte a un ritmo più lento rispetto a quanto mostrato dalla prima lettura del PIL e il rallentamento della crescita delle scorte ha inciso sulla riduzione del prodotto interno complessivo. L’inflazione PCE basata sull’indice dei prezzi della spesa per consumi personali è aumentata a un tasso annuo dell’1,8% nel quarto trimestre, in aumento dello 0,1%, rispetto all’1,7% della stima precedente.
Anche il tasso Core, quello depurato dai prezzi energetici e dei prodotti alimentari, è stato rivisto in rialzo al 2,1%, contro attese per una conferma del 2% in prima lettura: tuttavia il dato è rimasto vicino all’obiettivo di inflazione del 2% voluto dalla Fed. Nel 2023, il dato Pce è aumentato del 3,7%, dopo il 6,5% del 2022; il dato ‘core’ è aumentato del 4,1%, dopo il 5,2% del 2022.
Intanto i mercati finanziari si aspettano ancora che la Fed inizi a tagliare i tassi di interesse a giugno, dopo che da marzo 2022, la banca centrale statunitense ha aumentato il tasso di riferimento portandolo all’attuale intervallo compreso tra 5,25% e 5,50%.
“Anche se abbiamo visto grandi progressi verso il raggiungimento dei nostri obiettivi, il viaggio non è ancora finito e sono molto concentrato nell’assicurarmi di completare questa missione con successo”, ha detto il presidente della Fed di New York, John Williams, intervenendo oggi al museo dell’aviazione a Long Island. “Abbiamo ancora molta strada da fare nel viaggio verso un’inflazione sostenuta al 2%”, ha aggiunto, pronosticando una crescita per il 2024 rallentata all’1,5%. Per Susan Collin, presidente della Fed di Boston, “la minaccia di un’inflazione che rimanga sopra il 2% si è affievolita”, ma prima di dare inizio al taglio dei tassi d’interesse, però, “è necessario avere maggiori prove di un processo disinflazionistico”.