Si moltiplicano le reazioni internazionali dopo la notizia della morte di Aleksei Navalny, l’oppositore del regime di Vladimir Putin in Russia deceduto nella colonia penale artica dove era detenuto: tutti o quasi puntano il dito direttamente contro il Cremlino.
È “ovvio” che ci sia direttamente Vladimir Putin dietro la morte, ha denunciato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky parlando in Germania in conferenza stampa congiunta con il cancelliere Olaf Scholz: “è stato ucciso come migliaia di altre persone che sono state torturate a morte a causa di una persona, Putin, a cui non importa chi muore purché mantenga la sua posizione”.
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, usa termini netti: se non accusa direttamente Mosca di un assassinio, osserva però il Cremlino è comunque responsabile della morte di Navalny, perseguitato e imprigionato. “La sua morte in una prigione rissa non fa che evidenziare la debolezza e la corruzione nel cuore del sistema costruito da Putin” ha detto Blinken a margine della Conferenza per la Sicurezza in svolgimento a Monaco di Baviera, “La Russia è responsabile di questa situazione”.
Uguale reazione dalla vicepresidente Usa Kamala Harris, sempre da Monaco: “Qualunque sia la storia che raccontano, sia chiaro: la Russia è responsabile e su questo avremo altro da dire in futuro”.
Paralleli i commenti delle autorità dell’Unione europea. Per la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, “molto turbata e rattristata”, è un “terribile monito di cosa siano Putin e il suo regime” ha scritto su X: “non vi è nulla che Putin tema più del dissenso del suo stesso popolo”. Per il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, il regime russo è “l’unico resposabile”. I leader europei reagiscono anche in ordine sparso, dal cancelliere tedesco Scholz, al presidente francese Emmanuel Macron, al premier britannico Rishi Sunak.
La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), usa invece toni più sfumati e almeno in prima battuta non cita direttamente né Putin, né il Cremlino. Parla di “un’altra triste pagina che ammonisce la comunità internazionale. Esprimiamo il nostro sentito cordoglio e ci auguriamo che su questo inquietante evento venga fatta piena chiarezza”. Diplomatico, sul filo del rasoio anche il commento del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani (Forza Italia): Il governo sarà sempre a fianco di chi lotta per la democrazia, per la libertà di pensiero e per i diritti inalienabili di ogni essere umano. Sono molto colpito dalla morte di Aleksei Navalny dopo anni di persecuzione in prigione, ci stringiamo alla sua famiglia e al popolo russo”.
Nessun esercizio di diplomazia, ovviamente, giunge invece dalla moglie di Navalny. Yulia Navalnaya è anche lei presente alla Conferenza per la Sicurezza di Monaco, da dove ha tenuto un breve intervento. Vladimir Putin, ha detto, è “responsabile” e “sarà punito per i suoi crimini”. “Non so se dovrei credere o no a questa notizia orribile” ha aggiunto ricordando che la morte del marito è stata annunciata solo da fonte russa, “non possiamo davvero credere a Putin e al suo governo. Chiedo a tutti coloro che sono qui di unirsi e contribuire a punire il regime russo”.