Meta ha rimosso gli account Instagram e Facebook appartenenti all’ayatollah iraniano Ali Khamenei, citando ripetute violazioni della politica su “Individui e Organizzazioni Pericolose” – che riguarda gruppi o individui che proclamino una missione violenta o siano impegnati nella violenza.
L’account della Guida Suprema in lingua persiana contava oltre 5,1 milioni di follower, mentre quello in lingua inglese ne aveva circa 204.000.
“Nel tentativo di prevenire e bloccare danni reali, non permettiamo a organizzazioni o individui che proclamano una missione violenta o sono impegnati nella violenza di essere presenti sulle nostre piattaforme”, si legge nella nota in cui Meta ha annunciato la decisione. Il colosso di Menlo Park afferma inoltre di essere impegnata nella continua “rimozione della glorificazione, del sostegno e della rappresentazione di varie organizzazioni e individui pericolosi”.
Il ban ha fatto seguito alle pressioni dei gruppi pro-Israele e alle richieste dell’opposizione iraniana, in particolare dopo gli attacchi del 7 ottobre.
Khamenei è stato accusato di aver elogiato gli attacchi terroristici di Hamas nel territorio dello Stato ebraico, costati la vita a circa 1.200 persone. Nonostante Facebook, X e altri social media siano vietati in Iran, alcuni funzionari, tra cui proprio Khamenei, hanno mantenuto degli account su queste piattaforme.
Le azioni di Meta hanno attirato accuse di ipocrisia, con i critici che hanno sottolineato la mancanza di restrizioni simili per i funzionari israeliani che sostengono le azioni a Gaza.