Ancora una gaffe per Joe Biden. Il presidente statunitense, che appena qualche giorno fa aveva confuso l’omologo francese Emmanuel Macron con François Mitterrand, ha infatti riferito di aver incontrato l’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl al G-7 del 2021. Peccato tuttavia che Kohl sia morto nel 2017 – e che a quel vertice partecipasse invece Angela Merkel.
In occasione di un evento elettorale privato a New York, mercoledì sera, l’81enne inquilino della Casa Bianca ha riadattato una storia già raccontata negli scorsi giorni, relativa ai commenti dei suoi colleghi internazionali sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
“Quando sono stato eletto presidente per la prima volta, sono andato al vertice del G-7, mi sono seduto e ho detto: ‘Bene, l’America è tornata’, ma il presidente francese mi ha guardato e ha detto: ‘Per quanto tempo?’ Non ci avevo mai pensato”, ha detto Biden.
Quindi il passaggio incriminato: “Il tedesco Helmut Kohl mi ha guardato e mi ha detto: ‘Cosa direbbe, signor presidente, se domani mattina leggesse il Times londinese e venisse a sapere che 1.000 persone hanno sfondato le porte del Parlamento britannico e hanno ucciso alcune persone mentre entravano?’.
Si tratta solo dell’ultima di una serie di gaffe che hanno visto protagonista il presidente dem, il cui principale ostacolo alla rielezione sembra proprio la predisposizione a lapsus, dimenticanze e osservazioni talvolta poco lucide.
Non sembra però da meno il suo avversario repubblicano Donald Trump – che di anni ne ha appena quattro in meno. Anche il magnate newyorkese si è reso autore di scivoloni clamorosi, come ad esempio confondendo la sua avversaria repubblicana Nikki Haley con l’ex speaker democratica della Camera Nancy Pelosi.
Ma cosa si nasconde davvero dietro le gaffe dei due candidati – e quanto fedelmente rappresentano la loro capacità? Gli esperti hanno provato a dare una risposta.
“Quando una persona è sottoposta a un’intensa pressione, è predisposta a commettere errori”, ha spiegato Catherine Price, che studia i cambiamenti cerebrali negli anziani presso l’Università della Florida, a USA Today.
Secondo Alvaro Pascual-Leone, professore di neurologia alla Harvard Medical School, il cervello degli anziani funziona in modo sostanzialmente diverso da quello dei giovani – e non necessariamente peggio. Non c’è motivo per cui un 85enne debba essere considerato meno capace di un 25enne, spiega l’accademico, ma semplicemente “diversamente capace”.
Sebbene il rischio di malattie cerebrali aumenti con l’avanzare dell’età, gli anziani sono infatti in grado di sintetizzare più elementi e contestualizzarli in un quadro generale più ampio, mentre i giovani sono più bravi ad apprendere rapidamente il maggior numero di nozioni.
Nello specifico, le ultime gaffe di Trump e Biden sono definite errori “semantici”, che si verificano quando due elementi della stessa categoria vengono mescolati insieme. Ad esempio, è verosimile che Trump abbia confuso Nancy Pelosi con Nikki Haley poiché ritiene entrambe come concorrenti di sesso femminile. Discorso di natura analoga per le gaffe di Biden su Mitterand-Macron e Kohl-Merkel.
Tra l’altro, gli esperti hanno notato come Biden sia più propenso del rivale a correggersi – anche se questo potrebbe più avere a che fare con la personalità del guru repubblicano piuttosto che a un reale sintomo di invecchiamento cognitivo.