Negli Stati Uniti si sta diffondendo la pratica del pee-cycling, che mira a riciclare l’urina umana per usarla come concime biologico. A occuparsene è l’associazione Rich Earth Institute, nata in Vermont, che da anni promuove l’utilizzo di una risorsa così preziosa per le coltivazioni di cereali, ortaggi e frutta del “Green Mountain State”.
Effettivamente la pipì è un ottimo concime. Contiene più di tremila elementi, alcuni prodotti dal nostro corpo, altri entrano in circolo con quello che ingeriamo o che mettiamo sulla pelle. È ricca di azoto, potassio, fosforo e altri oligominerali, componenti base di tutti i fertilizzanti. Non puzza – perlomento, non più di quanto già lo siano certi ambienti agricoli.
Riciclare la propria urina non solo implica smettere di usare sostanze chimiche sulle proprie coltivazioni, ma anche tagliare i costi di carta igienica e sciacquone.
L’associazione Rich Earth Institute si occupa della raccolta, conservazione, pastorizzazione e distribuzione. Alle famiglie che decidono di partecipare al programma vengono consegnati dei gabinetti speciali fatti apposta per raccogliere solo urina – senza imbarazzo -, per poi passarla a prendere casa per casa con dei camion container un paio di volte all’anno. La pipì viene poi pastorizzata secondo gli standard federali: viene riscaldata per eliminare tutti gli agenti patogeni e lasciata raffreddare. Una volta pronta, viene distribuita agli agricoltori che ne hanno bisogno.
Dal 2013, quando è stato consegnato il primo gabinetto portatitle, a oggi, Rich Earth Institute ha riciclato poco meno di 9 milioni di litri di pipì.
Per educare il più possibile sugli effetti positivi del pee-cycling, Rich Earth Institute ha organizzato un ciclo di webinar ad hoc per diversi Paesi, come Svezia, Svizzera, Francia e Sudafrica. Ma c’è anche chi, come l’Olanda, che ha già sdoganato questa pratica: da un paio di anni, ad Amsterdam ci sono orinatoi sparsi per la città che raccolgono la pipì per distribuirla ai tetti ricoperti di vegetazione.