Basia, Vanya e Bunny, un trio di cani robot, detti Spots, sono riusciti a dipingere una serie di quadri ispirandosi allo stile di Jean-Michel Basquiat e Cy Twombly, secondo le indicazioni della loro addestratrice, Agnieszka Pilat, un’artista polacca che vive e lavora in California. Le opere sono state vendute fino a 40 mila dollari ciascuno alla National Gallery of Victoria’s Triennal a Melbourne, in Australia.
Qualche mese fa, la Boston Dynamics, una società di ingegneria dell’automazione che sviluppa robot di vario genere (nel 2005 creò per l’esercito americano BigDog, un quadrupede dinamico utilizzato per trasportare i soldati su terreni impervi), aveva commissionato a Pilat l’addestramento del trio di cani. Costano circa 75 mila dollari ciascuno e, di solito, vengono impiegati come guide turistiche, magazzinieri, ma anche come agenti di polizia o a scopo militare.
Inizialmente, l’artista polacca ha impostato nel software dei cani-robot 16 nuovi simboli esadecimali per interpretare ogni volta in modo unico la richiesta di dipingere. Poi è riuscita a risolvere il problema dell’impugnatura creando dei pastelli molto più grandi affinché potessero essere maneggiati. Ma la parte più difficile è stata il movimento: le zampe possono muoversi solo dall’alto verso il basso. Quindi nei disegni ci sono pochissime linee orizzontali.
L’obiettivo di Pilat era creare un disegno che esprimesse il rapporto fra esseri umani e nuovi strumenti artistici. La collaborazione con la National Gallery of Victoria’s Triennal durerà fino ad aprile 2024 e per allora i cani-robot dovranno produrre almeno 36 opere, che nel complesso formeranno un manifesto.