Visitate i cimiteri? Vi attraggono i luoghi dei disastri? Forse siete parte del dark tourism, un fenomeno sempre più diffuso fra i viaggiatori: un fenomeno complesso, la sintesi fra il viaggio e la forza di attrazione della tragedia e della morte. Così il turista desidera incontrare in maniera simbolica il dolore, visitare luoghi di tragedie, di disastri e terrore. C’è chi li cerca su YouTube, c’è chi ci va di persona.
Il turismo “nero” che coinvolge luoghi di morte e sofferenza talvolta ha scopi educativi e l’intenzione del visitatore è ricercare un’esperienza di autenticità con un evento avvenuto anche molto tempo prima.
Fra i luoghi appartenenti al turismo nero rientrano sicuramente quelli legati ai genocidi come i campi di sterminio di massa: il Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau e altri lager tedeschi, ma anche il Kigali Genocide Memorial in Ruanda e i Killing Fields, i campi della morte del regime di PolPot in Cambogia.
Il turismo dei cimiteri coinvolge posti celeberrimi come il Père Lachaise a Parigi, ogni anno meta di oltre 3 milioni e mezzo di visitatori per le tante celebrità che ospita da Chopin a Jim Morrison, ma sono frequentati anche i sacrari e i cimiteri militari come quello di Barberino del Mugello o quello in Normandia di Colleville sur Mer, o anche per la loro valenza storica cimiteri ebraici come quello di Praga.

Il turismo dei disastri è invece legato alla visita di luoghi teatro di catastrofi naturali, in cui in visitatore curioso può anche provare un brivido di emozione di seconda mano pensando alla pericolosità (passata) del luogo.
Rientrano in questa categoria aree come Pompei, distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 a.c. che ogni anno è meta di oltre 4 milioni di persone, ma sono in aumento anche i tour che accompagnano sui luoghi interessati da avvenimenti catastrofici come l’uragano Katrina a New Orleans, o l’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull in Islanda..
Non meno affascinanti gli incidenti causati dall’uomo, a partire dal naufragio del Titanic, al quale sono stati dedicati 200 musei nel mondo, fino a arrivare più recentemente all’incidente occorso alla Costa Concordia al largo dell’Isola del Giglio, che è stata meta incessante di persone fino alla sua rimozione, o la diga del Vajont.
Il turismo nucleare ha iniziato a crescere con l’incidente alla centrale di Chernobyl nel 1986, dove nella città di Pripyat sono stati creati anche set cinematografici, incoraggiati dalla omonima serie della HBO. Altri due esempi di turismo nucleare sono la città di Fukushima e – in un altro genere – l’Hiroshima Peace Memorial Park in Giappone.

Il turismo della miseria prevede invece la visita di luoghi in cui sono presenti township, favelas o agglomerati urbani di alta densità di popolazione, spesso contraddistinti da precarie condizioni igieniche, sanitarie e sociali. Fra quelli più visitati le baraccopoli indiane, la township a Soweto in Sudafrica, le favelas di Rio de Janeiro.
Riscuotono sempre più interesse anche le location ritenute infestate da fantasmi o presenze. In Inghilterra sono molteplici i tour che conducono all’interno di castelli e manieri alla ricerca di esperienze da brivido. A Edimburgo viene proposta la visita dei sotterranei di Haunted Vaults dove viene dato molto spazio alla spiegazione di presunti sinistri fenomeni. Da sempre desta interesse anche il castello-fortezza di Bran in Transilvania in Romania, non per il suo stile medievale gotico ma perché si ritiene fosse la dimora del conte Dracula, il vampiro inventato da Bram Stoker e ispirato al sovrano medievale che si guadagnò il soprannome di “Vlad l’impalatore”.
Il turismo delle prigioni, sicuramente fra i più popolari, prevede la visita a colonie penali o centri di massima sicurezza ormai in disuso. Alcatraz che si trova nella baia di San Francisco, divenuto famoso per i tentativi di fuga mai riusciti e per il suo utilizzo come location cinematografica in diverse occasioni ne è un eccellente esempio. Anche l’isola carcere a largo di Cape Town Robben Island dove fu imprigionato Nelson Mandela per 17 anni, e Spike Island un luogo di detenzione al largo del porto di Cork in Irlanda, sono molto visitati, come pure le segrete di Castel Sant’Angelo a Roma, e il carcere di massima sicurezza ormai vuoto che si trova sull’isola Asinara in Sardegna.
Il turismo del crimine ha visto fiorire una serie di destinazioni legate a fatti di cronaca nera amplificati e cristallizzati anche dai media. Si tratta di posti in cui sono stati ritrovati cadaveri, dove sono avvenute stragi o delitti tuttora rimasti irrisolti. In Italia fra quelli più tristemente famosi vi sono Cogne in Val d’Aosta e Avetrana in Puglia.
Alcuni sociologi come Mike Presdee ritengono che questi dark sites riscuotano molto interesse perché consentono di vivere delle emozioni represse e permettano un avvicinamento alla morte.