È cominciata la demolizione della casa che nella notte del 23 novembre 2022 divenne il teatro del pluriomicidio di Moscow, in Idaho. Quattro studenti della University of Idaho, Ethan Chapin (20 anni), Kaylee Goncalves (21 anni), Xana Kernodle (20 anni) e Madison Mogen (21 anni), che vivevano insieme nell’abitazione, furono trucidati nel sonno.
“Pur rispettando il legame emotivo che alcuni familiari delle vittime possono avere con questa casa – ha scritto Scott Green, presidente della University of Idaho, in un comunicato stampa -, è giunto il momento di rimuoverla e di permettere alla comunità di continuare a guarire”.
Il proprietario della villetta che si affaccia al campus l’aveva donata all’università a gennaio 2023. Inizialmente i lavori sarebbero dovuti partire a luglio prima che cominciasse un nuovo anno accademico, ma sono stati rimandati per dare la possibilità agli avvocati del presunto assassino, Bryan Christopher Kohberger, 28 anni, di entrare in casa e prepararsi per il processo, che si prevede inizierà a giugno 2024. Secondo quanto dichiarato dall’università, l’ultimo accesso risale al 21 dicembre.
Nonostante molti abbiano contestato la demolizione della casa, in quanto prova del delitto, né i procuratori che si stanno occupando del caso né gli avvocati della difesi si sono opposti alla decisione. Al posto dell’edificio, l’università ha intenzione di istituire un memoriale per ricordare le quattro vittime. Nei mesi scorsi gli studenti delle facoltà di architettura e design hanno lavorato sul progetto di un giardino, il Vandal Healing Garden and Memorial.
Le dinamiche rimangono tuttora sconosciute. All’epoca, la polizia aveva dichiarato che il pluriomicidio era avvenuto tra le 3 e le 4 di notte, dopo che le vittime erano rientrate a casa attorno all’1:45 e si trovavano già nei rispettivi letti – due al secondo piano della villetta e altre due al terzo. L’allarme però era arrivato solo alle 11:58 della mattina, quasi una decina di ore dopo che i ragazzi erano stati uccisi, dagli altri due coinquilini, Dylan Mortesen e Bethany Funke. Entrambi si trovavano in casa quando si è sviluppato il pluriomicidio e non si spiega come non abbiano sentito le urla e/o se ci siano state.
Il presunto killer è stato identificato solo sei settimane dopo. Sarebbero di Kohberger le impronte trovate nelle stanze dei cadaveri e anche la Hyundai Elantra bianca che era stata vista nei paraggi del campus universitario la sera del 13 novembre. Ma non è ancora chiaro che legame avesse con le vittime, dato che frequentava la facoltà di crimonologia alla Washington State University e non la University of Idaho, distanti 15 minuti in auto.