Negli ultimi cinque anni le facoltà di medicina delle Università statunitensi hanno iniziato ad inserire nei loro corsi anche materie che forniscono una preparazione sulle emergenze legate al clima.
Secondo un report pubblicato a ottobre dell’Organizzazione Mondiale della Sanità tra il 2030 e il 2050 i cambiamenti climatici provocheranno 250.000 morti in più all’anno, a causa di malnutrizione, malaria, e malattie legate al riscaldamento del pianeta.

Fra le Università che si distinguono per i corsi di laurea in sanità pubblica a indirizzo ‘climatico’, emerge quella del Colorado che ha l’obiettivo di trasformare i professionisti del settore medico in esperti in materia di clima e salute.
Nelle sue aule si studiano anche questioni pratiche come la gestione di un ospedale in caso di black out, o il soccorso di un paziente rimasto bloccato da una nevicata, o la costruzione di cliniche e ambulatori in luoghi a rischio di inondazioni.
Il sito di U.of C. proclama che la missione dell’ateneo è formare una nuova generazione di medici, ricercatori, biomedici e professionisti della salute pubblica sulle malattie sensibili al clima, malattie di cui è necessario ricercare le cause per monitorare gli opportuni interventi: “Noi dell’Università del Colorado stiamo mobilitando l’ampia gamma di talenti nei nostri quattro campus per valutare questi impatti sulla salute, per educare sia le persone che i responsabili politici e per promuovere soluzioni significative a beneficio della salute delle nostre comunità”.

Gli effetti sulla salute del cambiamento climatico sono ormai evidenti. Ma a preoccupare sono anche gli effetti indiretti e talvolta imprevedibili, quelli che si riverberano sull’ambiente come incendi e uragani – che richiedono inoltre imponenti costi di ricostruzione – sempre più frequenti.
Anche i 123 paesi aderenti alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la Cop28 tenutasi a Dubai, hanno confermato l forte impatto che tali cambiamenti esercitano sulla salute. L’impegno globale si è concretizzato con un finanziamento di quasi mezzo miliardo di dollari da destinare a progetti utili a rafforzare i sistemi sanitari e ridurre i danni provocati dall’impatto climatico.
Già nel 2009, la prestigiosa rivista medica The Lancet definì il cambiamento climatico la “più grande minaccia per la salute globale del 21° secolo”.