Sparatoria all’Università del Nevada, a Las Vegas. Secondo la polizia diversi colpi di arma da fuoco sono stati segnalati alla Beam Hall del campus e presso il sindacato studentesco della scuola. L’assalto è avvenuto alle 11:45 ora locale, le 14:45 ora di New York.
L’aggressore, sempre secondo quanto riportato dalle forze dell’ordine, sarebbe morto all’interno del campus dopo essere stato preso in custodia. Solo in serata è stato rivelato che non si trattava di un giovane, come in genere succede in questo tipo di violenze, ma di un ex docente di 67 anni. Alcune voci ripotate sulle chat sostenevano che si trattasse di un professore che non aveva ottenuto il rinnovo del contratto, ma in tarda serata l’università non aveva ancora commentato su questa teoria.
In un post sui social media, le autorità universitarie avevano immediatamente avvertito gli studenti di “evacuare verso un’area sicura” e di “scappare, o nascondersi o combattere”: un protocollo comune per le sparatorie negli Stati Uniti.
Nel frattempo, le autorità avevano anche emesso un divieto di atterraggio all’Aeroporto Internazionale Harry Reid di Las Vegas, citando motivi di sicurezza: la pista si trova infatti vicino al complesso scolastico.
Mentre tutto ciò accadeva, la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha dichiarato che la Casa Bianca stava monitorando la situazione. Poco prima delle 13:00, ora locale, l’università ha dichiarato che la polizia stava “evacuando gli edifici uno alla volta”.
Sei anni fa, nel 2017, Las Vegas fu teatro di una delle stragi più cruente della storia degli Stati Uniti. Stephen Paddock, 64 anni, sparando a caso sulla folla con ben 23 armi dalla finestra della sua stanza nel Mandalay Hotel uccise 60 persone e ne ferì altre 850.
Nel 2023 gli Usa hanno registrato il maggior numero di sparatorie di massa dal 2006. Con le ultime tre, due avvenute durante il fine settimana, il numero totale è arrivato a 38, superando il record precedente – 36 – registrato nel 2022. Nonostante i continui appelli di Joe Biden al Congresso per vietare la vendita almeno di armi da guerra come gli Ar-15, le leggi non riescono a passare. Troppo forte l’opposizione dei sostenitori del secondo emendamento della Costituzione americana e di quei politici foraggiati dalla potentissima lobby della Nra, inclusi Donald Trump e tutti gli altri candidati alla presidenza per il Grand old party nel 2024.