Thomas Randele stava morendo per un tumore ai polmoni, e aveva un segreto.
Nel marzo del 2021, in ospedale, dopo la prima seduta di chemio, disse a sua Ashley che doveva parlarle. Le confessò di essere ricercato da cinquant’anni. Quando ne aveva venti, aveva svaligiato una banca in Ohio portandosi via 215mila dollari, l’equivalente di 1.7 milioni oggi. Non l’avevano mai preso. Il suo vero nome era Theodore Conrad.
Nella notte, insonne, Ahley si è messa su Google e ha scoperto centinaia di articoli su quel caso irrisolto e sulla caccia a Conrad. Un giorno dopo ha preso da parte la madre e le ha raccontato tutto. Insieme, sapendo che a Thomas restavano poche settimane di vita – due mesi in effetti – decisero di non contattare le autorità.
Come si scende a patti con una rivelazione simile? Ashley Randele, 38 anni, ha trasformato un podcast in una lunga psicoterapia. Il primo episodio di “My Fugitive Dad” – ce ne sono sei in tutto – sarà disponibile da lunedì 4 dicembre; fa parte della serie documentaria Smoke Screen “su persone che hanno storie e motivazioni complesse”.
Nella sua nuova vita a Lynnfield in Massachusetts, Thomas Randele era un venditore d’auto e un giocatore professionista di golf, aveva una moglie adorata e una figlia unica, e passava ore a guardare polizieschi in tv. Certe bizzarrie però ora avevano senso per Ashley: in qualche foto di gioventù il padre appariva sbarbato mentre ora aveva sempre la barba, non usciva mai senza un berretto, e nonostante le pressioni di moglie e figlia non aveva mai voluto lasciare gli Stati Uniti: non amava viaggiare, diceva, c’erano troppe cose belle da vedere in patria. In realtà, non poteva chiedere un passaporto con la sua falsa identità.
Nel 1969, Theodore Conrad lavorava in una banca come cassiere. Il venerdì 11 luglio entrò nel caveau, stipò 215mila dollari in una busta di carta e se ne andò lasciandosi tutto alle spalle – scrisse solo due lettere alla sua ragazza, da Washington e da Los Angeles, asserendo che la amava. Poi il nulla. La banca si accorse del furto solo il lunedì.
Due settimane dopo l’Apollo 11 sbarcò sulla Luna e la storia di Theodore Conrad sbiadì; ma alcuni investigatori dedicarono a vita a rintracciarlo, fra di loro John Elliott.
Ted Conrad invece era in un sobborgo a nord di Boston. Non a caso, la città del suo film preferito: The Thomas Crowne Affair è una pellicola del 1968 in cui Steve McQueen, imprenditore milionario, svaligia una banca per divertimento. I suoi amici di Cleveland dissero alla polizia che Theodore l’aveva visto parecchie volte. Si era anche vantato di quanto sarebbe stato facile portare a termine un colpo simile.
E poi, lo ha fatto.
Per Ashley Randele, le ricerche necessarie per il podcast sono state un modo di capire quel ragazzo, rintracciarne la storia, riconciliare l’immagine del criminale con il padre adorato. Lei e la madre avevano deciso di restare in lutto per un anno prima di raccontare tutto alle autorità.
Non ne hanno avuto bisogno: nel novembre 2021 è stata la polizia ad arrivare a casa loro. Vedendo il necrologio di Randele, qualcuno aveva segnalato il trafiletto a un giornalista in Ohio suggerendo che potesse essere proprio lui la primula rossa.
Fra i detective arrivati a Lynnfield c’era anche Pete Elliott. Suo padre John era morto nel 2020 dopo una carriera in buona parte dedicata a questo cold case. Ora il figlio aveva almeno una risposta.