La missione della Nasa Psyche è riuscita per la prima volta nella storia a trasmettere dati dallo Spazio profondo alla Terra da una distanza di 16 milioni di Km (circa 40 volte la distanza della Terra dalla Luna) in soli 50 secondi. Il risultato è stato ottenuto grazie al dispositivo DSOC (Deep Space Optical Communication) installato a bordo della sonda Psyche, messo a punto dagli ingegneri della Nasa per inviare dati laser infrarossi ad alta velocità.
La sonda è stata progettata per viaggiare durante questo periodo in direzione della fascia di asteroidi situata tra i pianeti Marte e Giove. Una volta raggiunta la fascia main asteroid belt è partito il segnale verso la Terra.
Per ottenerlo, i dati di prova inviati da DSOC dallo spazio sono stati fatti rimbalzare contemporaneamente verso l’Osservatorio di Palomar (che si trova 130 chilometri a sud di Table Mountain in Africa) mentre i sistemi sul ricetrasmettitore ne perfezionavano il puntamento tramite i laser uplink e downlink secondo una procedura nota come “chiusura del collegamento”, portando a buon fine l’obiettivo dell’esperimento DSOC.
Meera Srinivasan, responsabile delle operazioni per DSOC presso JPL ha detto: “È stata una sfida formidabile e abbiamo molto altro lavoro da fare, ma per un breve periodo siamo stati in grado di trasmettere, ricevere e decodificare alcuni dati”.
Secondo gli scienziati della Nasa utilizzare i segnali laser e quindi la comunicazione ottica invece di quella radio per inviare dati nello spazio può permettere di velocizzare fino a 100 volte il trasferimento delle informazioni e quindi avere la possibilità ampliare i dati per eventuali opportunità di nuove scoperte. Questo esperimento della Nasa ha fatto segnare il record di distanza nel campo delle comunicazioni ottiche.
Come spiega Trudy Kortes, direttore delle dimostrazioni tecnologiche per la Space Technology Mission Directorate presso la sede della NASA a Washington, questo esperimento ha l’obiettivo futuro di produrre immagini ad alta definizione e video in streaming a sostegno del prossimo salto gigante dell’umanità, ovvero inviare esseri umani su Marte.