Israele e Hamas hanno raggiunto una prima intesa per un cessate il fuoco, della durata di 4/5 giorni, che porterà alla liberazione di 40 bambini e 13 donne tenuti ostaggio da Hamas insieme alla liberazione di 150 prigionieri palestinesi. Il governo ha impiegato 7 ore di seduta per avallara la richiesta del premier e il voto decisivo e sofferto è arrivato all’alba
L’accordo – che contempla inoltre la messa in libertà di tre prigionieri palestinesi per ogni ostaggio – arriva dopo ore di intensi negoziati tra le due parti e dichiarazioni ottimiste da parte del premier israeliano Benjamin Netanyahu e del leader di Hamas Ismail Haniyeh. “Stiamo facendo progressi. Non credo valga la pena di dire troppo, nemmeno in questo momento, ma spero che presto ci siano buone notizie”, aveva detto Netanyahu ai riservisti, secondo una dichiarazione del suo ufficio.
Martedì mattina Haniyeh, leader del gruppo islamista in guerra contro lo Stato ebraico, aveva invece scritto su Telegram – e poi ribadito all’agenzia di stampa Reuters – che i leader di Hamas erano “vicini a raggiungere un accordo di tregua” con Israele e che l’organizzazione ha dato la sua risposta ai mediatori del Qatar.
Una fonte governativa israeliana di alto livello aveva riferito lunedì a Channel 12 che i due avversari avevano raggiunto un’intesa di massima per liberare almeno 50 persone, mentre altre decine lo potrebbero essere in cambio di una estensione del cessate il fuoco dopo i primi pochi giorni inziali.
Da giorni ormai circolavano voci di un imminente scambio di ostaggi. Per tutta la scorsa settimana i negoziati mediati dal Qatar hanno auspicato un accordo in base al quale Israele avrebbe liberato alcuni detenuti e concesso una tregua di tre giorni in cambio della liberazione di cinquanta prigionieri da parte di Hamas.

Le indiscrezioni su un possibile accordo non influiscono peraltro sulla feroce intensità dei combattimenti. Martedì le truppe israeliane hanno esteso le loro operazioni nel nord di Gaza, dove la popolazione vive da settimane senza elettricità, acqua e accesso ad aiuti umanitari.
Le autorità sanitarie di Gaza hanno dichiarato martedì che almeno 20 palestinesi sono stati uccisi durante i raid aerei di Tsahal nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza.
Il conflitto, giunto ormai alla sua settima settimana, si è spostato in prima linea nei pressi del campo profughi di Jabaliya, un complesso densamente popolato di strutture in cemento armato vicino a Gaza City che ospita i discendenti dei rifugiati della prima guerra israelo-palestinese del 1948. Dopo essere stati cacciati da gran parte del capoluogo, i combattenti di Hamas si sono infatti ammassati lì e in altre aree orientali, secondo l’IDF, che sta bombardando la regione da settimane.
La situazione rimane critica anche all’ospedale a-Shifa, il più grande di Gaza, dove oltre 250 tra pazienti e operatori sanitari rimangono bloccati dopo l’evacuazione di 31 neonati prematuri (trasportati nelle scorse ore in Egitto).
Dall’inizio del conflitto, lo scorso 7 ottobre, più di 12.700 palestinesi sarebbero stati uccisi a Gaza, secondo il Ministero della Sanità palestinese in Cisgiordania, mentre circa altri 4.000 risultano dispersi. Dal lato israeliano le vittime sarebbero circa 1.200 – in gran parte civili uccisi durante i raid di Hamas. L’esercito afferma che 68 soldati israeliani sono stati uccisi nelle operazioni di terra.
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