55 metri di cunicoli fortificati che scorrono 10 metri sotto il più grande ospedale di Gaza. A mostrarli per la prima volta in video sono stati i canali ufficiali dell’esercito israeliano, in un tentativo di giustificare il sanguinoso – e impopolarissimo – assedio contro l’ospedale al-Shifa di Gaza City, giunto ormai al suo quinto giorno, con l’obiettivo dichiarato di sgominare una delle principali basi militari di Hamas.
Un altro video, la cui veridicità non è stata verificata indipendentemente, mostra invece le riprese delle telecamere di sorveglianza del nosocomio che mostrano i miliziani islamisti condurre all’interno della struttura un cittadino nepalese e uno thailandese rapiti in Israele il 7 ottobre. Uno degli ostaggi pare visibilmente ferito a un braccio e viene trasportato su una barella, mentre il secondo sembra venire trascinato con la forza.
L’esercito sostiene poi che una soldatessa israeliana, Noa Marciano, il cui corpo è stato recuperato a Gaza la scorsa settimana, sarebbe stata uccisa da Hamas proprio nell’ospedale.
Il New York Times ha confermato che il video è stato girato all’interno dell’ospedale, ma non è stato in grado di identificare persone e orari.
The IDF has been telling the world the truth about the Shifa Hospital.
The operation is ongoing and is being conducted carefully, all in order to locate and dismantle Hamas infrastructure in the hospital.
Still don’t believe us? See for yourselves the evidence shown by IDF… pic.twitter.com/4H9hWJpnID
— Israel Defense Forces (@IDF) November 19, 2023
These findings prove that the Hamas terrorist organization used the Shifa Hospital complex on the day of the October 7 Massacre as terrorist infrastructure. 2/2 pic.twitter.com/2UzlpKrNnv
— Israel Defense Forces (@IDF) November 19, 2023
Non ci sono ancora prove concrete che Hamas abbia costruito un quartier generale sotto l’ospedale, e il gruppo ha ripetutamente smentito le affermazioni secondo cui nasconderebbe le sue difese militari e i suoi centri di comando sotto complessi residenziali, moschee e strutture mediche – come invece sostenuto dallo Stato ebraico.
I funzionari sanitari hanno riferito che oltre 250 pazienti con ferite gravemente infette e in condizioni parimenti gravi sono rimasti bloccati giorni dopo che le forze israeliane sono entrate ad al-Shifa. Di questi, 31 neonati prematuri in “condizioni estremamente critiche” sono stati trasferiti in sicurezza domenica dall’ospedale principale di Gaza e sono arrivati nelle scorse ore in Egitto.
Rimane intanto calda la trattativa sul rilascio degli ostaggi: un accordo parziale tra Israele e Hamas è sul punto di essere concordato, ma Jon Finer, vice consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente Biden, ha avvertito che “nulla è concordato finché non è tutto concordato”. I funzionari israeliani hanno dichiarato di non essere a conoscenza dell’attuale posizione dei prigionieri.
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