George Santos continuerà a essere un deputato. Il congressman repubblicano, che mercoledì è stato oggetto di una mozione ad hoc per destituirlo, è stato salvato dalla flebile maggioranza GOP alla Camera (221-212) – che peraltro è sufficiente per mantenerlo al suo posto, dato che per il successo dell’iniziativa sarebbe stato necessario il voto di almeno due terzi dell’aula.
Il 35enne newyorkese è al centro di una bufera giudiziaria che lo vede accusato di truffa, furto d’identità (avrebbe usato carte di credito dei suoi finanziatori senza autorizzazione) e riciclaggio di denaro per coprire le sue spese personali. Imputazioni rispetto alle quali Santos si è sempre dichiarato non colpevole.
“Devo avvertire i miei colleghi che votare per l’espulsione in questo momento significherebbe eludere il diritto del sistema giudiziario a un giusto processo, a cui ho diritto, e disconoscere la premessa a lungo sostenuta che una persona si presume innocente fino a prova contraria”, ha detto Santos – che nella camera bassa USA rappresenta una piccola fetta della città di New York e parti della sua periferia orientale.
Nella storia della nazione, solo cinque membri della Camera sono stati rimossi – tre dei quali per essersi opposti al Governo americano ai tempi della guerra civile.
Oltre alle beghe legali, Santos è accusato anche di aver inventato gran parte della sua biografia durante la campagna elettorale – oltreché di aver coperto i suoi problemi con la legge tra USA e Brasile. Ad indagare su Santos è perciò anche il Comitato etico della Camera, la cui sottocommissione investigativa ha parlato con 40 testimoni ed esaminato oltre 170.000 pagine di documenti – così da illustrare i risultati dell’indagine il prossimo 17 novembre.
Il processo giudiziario a Santos è invece fissato per il 9 settembre 2024, poco prima delle elezioni che determineranno il nuovo presidente e la nuova maggioranza parlamentare.