La piattaforma X, ex Twitter, è precipitata di valore. Su un memorandum interno destinato ai dipendenti coinvolti nelle azioni della società e supervisionato dal New York Times, si legge che oggi vale 19 miliardi di dollari, meno della metà di quanto Elon Musk ha speso un anno fa per acquistarla. Non è tutto: si stima che sia anche in debito di 13 miliardi di dollari.
Un calo di questo tipo era prevedibile. Da quando lo scorso ottobre il magnate proprietario anche di Space X e Tesla ha acquistato la piattaforma, che era già gravemente indebitata, gli utenti attivi mensili sono calati del 15%, le entrate pubblicitarie sono diminuite fino a 60% e più dell’80% dei suoi 7500 dipendenti è stato o si è licenziato. Già lo scorso marzo, Musk aveva commentato con alcuni dei suoi colleghi più stretti che aveva stimato una perdita di valore di 20 miliardi.
44 miliardi di dollari la cifra finale che Musk aveva sborsato al momento dell’acquisto dopo che la precedente amministrazione gli ha fatto causa affinché completasse il più velocemente possibile le pratiche. Ma il proprietario di Space X sembra comunque positivo sul futuro di X. Sicuro dei risultati sul lungo periodo, il traguardo finale è rendere l’applicazione un unico grande spazio dove gli utenti potranno chattare, esprimere la propria opinione, elaborare pagamenti e gestire le finanze. Per accedere al profilo verificato (quello con la spunta blu di fianco al nome) basterà pagare l’abbonamento Premium, che elimina anche le pubblicità e rende i post più visibili, favoriti dall’algoritmo.
In risposta alla maggior parte delle critiche, mosse contro il sistema di verifica dei contenuti e delle fake news, l’amministratrice delegata Linda Yaccarino ha dichiarato che stanno lavorando sull’algoritmo affinché i contenuti non veri e offensivi perdano visibilità e passino in secondo piano.