Settimana cruciale per Donald Trump, sia per le sue vicende legali, che per quelle politiche. Nei prossimi giorni tre dei suoi figli dovranno testimoniare nel processo a New York in cui è stato riconosciuto colpevole di frode. Oggi in Colorado, e giovedì prossimo in Minnesota, prendono il via le azioni legali nei tribunali statali per escluderlo dalle primarie per le prossime elezioni presidenziali. A Denver questa mattina è stata depositata nel tribunale statale la richiesta per bandire l’ex presidente dalle primarie del Colorado nel 2024 in base al divieto imposto dal 14° emendamento della Costituzione che blocca gli insurrezionalisti dal candidarsi alle elezioni. Un caso simile inizierà giovedì anche a Minneapolis.
La richiesta di Denver è stata presentata da sei elettori repubblicani i quali sostengono che l’ex presidente, dopo il tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021, è squalificato per essere candidato. Le richieste preliminari degli avvocati di Trump per archiviare il caso sono state respinte.
Il caso si basa sulla sezione 3 del 14° emendamento, che stabilisce che i funzionari che hanno prestato il giuramento di sostenere la Costituzione sono squalificati da futuri incarichi se “si sono impegnati in un’insurrezione” o hanno “dato aiuto o sostegno” agli insurrezionalisti. La misura, adottata dopo la Guerra Civile, è stata utilizzata raramente negli ultimi 150 anni e mai contro un ex presidente. La richiesta è la prima nel suo genere e molto probabilmente finirà davanti alla Corte Suprema.
CREW, “Citizens for Responsibility and Ethics in Washington”, organizzazione che si è rivolta al tribunale, ha affermato che continuerà a perseguire più casi. Le primarie repubblicane in Colorado si terranno il 5 marzo. Negli ultimi mesi sono stati presentati molti casi nei tribunali federali in cui si chiedeva di bloccare la candidatura di Trump. E tutti sono stati respinti.
Dopo le debacle gli oppositori di Trump hanno cambiato strategia e hanno presentato le richieste alle corti statali. Sono stati scelti due Stati come Colorado e Minnesota che hanno un processo chiaro e rapido per contestare le qualifiche elettorali dei candidati e inoltre il gruppo CREW, al contrario degli altri movimenti contro Trump che hanno fatto le richieste alle corti federali, ha molte risorse economiche.

Ma l’attenzione dei media si concentra su New York, dove i figli di Trump testimonieranno da mercoledì a venerdì nel caso di frode civile contro l’ex presidente e la Trump Organization. La causa è intentata dall’Attorney General di New York Letitia James che accusa l’ex presidente e altri imputati, comprese la sua holding, la Trump Organization, e i suoi figli, Donald Jr. ed Eric, di aver gonfiato fraudolentemente il valore dei beni per ottenere sia i prestiti che i contratti di assicurazione con accordi più vantaggiosi. Mercoledì dovrà testimoniare il figlio di Trump Donald Jr, il giorno dopo Eric e Ivanka venerdì. L’ex presidente invece testimonierà per ultimo, il lunedì successivo.
Questa mattina sul banco dei testimoni è comparso Raymond Flores, rappresentane fiscale dell’ex presidente Raymond Flores, che con molto imbarazzo ha raccontato come nel 2020, lo stesso anno in cui Donald Trump nella sua dichiarazione di proprietà valutava il suo social club di Mar-a-Lago 517 milioni di dollari, lui concordava con l’ufficio del catasto della contea di Palm Beach il valore della stessa proprietà per 27 milioni di dollari. Una frode già sancita dal giudizio sommario emesso dal giudice Engoron.
Nelle loro testimonianze i dipendenti di Trump hanno già affermato di aver arbitrariamente valutato i beni per soddisfare le richieste che venivano fatte dall’ex presidente. Gli avvocati di Trump hanno risposto che i beni non avevano alcun valore oggettivo e che valutazioni diverse sono normali nel settore immobiliare. Nella prima parte del processo, quella del giudizio sommario, il giudice Arthur Engoron, ha stabilito che Trump e gli altri imputati sono responsabili di frode e che i rendiconti finanziari annuali in cui elencavano i loro beni erano falsi. Di conseguenza, il giudice ha annullato le licenze commerciali che hanno consentito a Trump di gestire le sue società a New York, un duro colpo per l’impero dell’ex presidente.
Una corte d’appello ha sospeso questa parte dell’ordinanza, il che significa che, sebbene il controllo delle società da parte di Trump possa essere ancora a rischio, Trump non deve sciogliere immediatamente sue proprietà. Ma tutto è legato alla decisione finale del magistrato in questa seconda parte del procedimento nel quale l’Attorney General Letitia James ha chiesto oltre ad una “multa” 250 milioni di dollari, il divieto permanentemente all’ex presidente e ai suoi figli di gestire società a New York.
Nonostante tutti i procedimenti giudiziari Donald Trump continua ad essere al comando nei sondaggi, mentre viene evidenziato come Ron DeSantis sia stato scalzato da Nikki Haley, salita al secondo posto secondo.