La comunità ebrea di Detroit si è riunita domenica per commemorare la scomparsa di Samantha Woll, presidente della sinagoga Isaac Agree Downtown brutalmente assassinata lo scorso fine settimana per motivi ancora da chiarire.
La vittima 40enne, che lavorava anche come consulente politica del Partito Democratico, era stata trovata sabato senza vita fuori all’isolato 1300 di Joliet Place, poco lontano dalla sua abitazione. Sin da subito, complice l’infuocata situazione mediorientale, si era pensato a un crimine d’odio. Tuttavia, la pista religiosa starebbe gradualmente perdendo quota.
Il capo della polizia di Detroit, James E. White, ha dichiarato in un comunicato di domenica pomeriggio che “non sono emerse prove che suggeriscano che questo crimine sia stato motivato dall’antisemitismo”. Continuano perciò le indagini da parte delle forze dell’ordine locali e dell’FBI.
Ciononostante, la morte ha scatenato un sussulto di dolore nei circoli ebraici e democratici. La deputata Elissa Slotkin, alla cui campagna elettorale Woll aveva contribuito, ha dichiarato in un comunicato che la vittima “ha dedicato la sua breve vita a costruire la comprensione tra le fedi, portando la luce di fronte all’oscurità”.
Il procuratore generale del Michigan Dana Nessel ha ricordato che la Woll era guidata dal “sincero amore per la sua comunità, il suo Stato e il suo Paese”. “Sam era la persona più gentile che abbia mai conosciuto”, ha scritto Nessel su X/Twitter.
Nel suo necrologio, i suoi cari hanno scritto che Woll amava “tutte le forme d’arte”, compresi il teatro e l’opera, amava stare nella natura, aveva collaborato a diverse campagne politiche ed era anche coinvolta in molte organizzazioni interreligiose. “Era inflessibile nel suo impegno a vivere il momento e vedeva sempre il bene in tutti quelli che incontrava”, si legge. “Samantha sarà sempre ricordata per il suo instancabile attivismo e per la sua passione nel rendere il mondo un posto migliore. Era un angelo e non c’era davvero nessuno più gentile”.