L’impero Cipriani vuole espandersi, anche in Asia. Il gruppo – tuttora a maggioranza della famiglia veronese – secondo Bloomberg.com vuole investire in luoghi iconici a Dubai, Singapore, Tokyo, ma anche a Ginevra e Madrid. Obbiettivo, la creazione di residenze di lusso e club esclusivi con il marchio Casa Cipriani.
Il nuovo Cipriani Hospitality Fund, riporta Bloomberg citando fonti confidenziali, nasce con un patrimonio di 500 milioni di euro in partnership con Optimum Asset Management SA e con Crédit des Alpes, studio di consulenza e investimenti ginevrino che ha già lavorato con Casa Cipriani e i suoi molti locali sparsi per il mondo.
Ma i clienti facoltosi, soprattutto in era post Covid, preferiscono pagare per esperienze e location esclusive invece di frequentare ristoranti e locali aperti a tutti. Insomma: per avere accesso a club. Già celebri il club Casa Cipriani di Milano, che costa tremila euro l’anno; e il club al terminal dei ferry Beaux-Arts a Lower Manhattan, il Battery Maritime Building, che costa 3.900 dollari. Ma ora si pensa a una iscrizione globale che dia accesso a entrambi e a future sedi per 5.000 dollari l’anno.
Giuseppe Cipriani (1900-1980) aprì il suo Harry’s Bar a Venezia nel 1931, sul lato ovest di piazza San Marco (nel 2001 fu proclamato patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni Culturali); qui nacquero il carpaccio e il cocktail Bellini (prendendo nome dagli omonimi artisti veneziani). Il figlio Arrigo, 91 anni, ha proseguito la tradizione ospitando al Bar infinite celebrità, da Vittorio Gassman a Aristotele Onassis a Eugenio Montale a Ernest Hemingway (li racconta, con penna arguta, in Prigioniero in una stanza). Erede dell’impero è suo figlio Giuseppe.