Gli Stati Uniti torneranno a rimpatriare i venezuelani che entrano illegalmente nel Paese attraverso il confine meridionale nel tentativo di ridurre il numero record di arrivi degli ultimi mesi, secondo quanto dichiarato giovedì dal segretario alla Sicurezza interna USA Alejandro Mayorkas.
Washington e Caracas hanno raggiunto un accordo per rimpatriare i cittadini venezuelani “che non approfittano dei percorsi legali e arrivano invece irregolarmente al nostro confine meridionale e non sono idonei agli aiuti”, ha dichiarato il ministro durante una conferenza stampa a Città del Messico – dove è in missione assieme al segretario di Stato Blinken e all’Attorney General Garland per discutere del dossier migrazione e della lotta al traffico di stupefacenti.
“Siamo una nazione di immigrati e una nazione di leggi”, ha detto Mayorkas.

Il rimpatrio dei migranti venezuelani – che costituiscono la maggioranza dei richiedenti asilo arrivati negli USA – è stata finora complicata dai freddi legami diplomatici tra Stati Uniti e Venezuela. L’accordo annunciato giovedì garantirà invece “un rimpatrio ordinato, sicuro e legale”, ha dichiarato su X il ministro degli Esteri venezuelano Yvan Gil.
L’annuncio arriva nelle stesse ore in cui il presidente Joe Biden ha dichiarato di voler riprendere la costruzione del muro al confine USA-Messico, riprendendo una delle iniziative più controverse del suo predecessore repubblicano – e probabile sfidante nel 2024 – Donald Trump.
Negli ultimi due anni, la Border Patrol statunitense ha arrestato circa 235.038 migranti venezuelani per aver attraversato illegalmente il confine meridionale. Appena qualche giorno fa ai venezuelani giunti negli Stati Uniti prima della fine di luglio era stato concesso lo status di protezione temporanea, consentendogli di essere impiegati. Quelli arrivati dopo, tuttavia, dovranno essere invece rimpatriati in Venezuela.