Il Mediterraneo non è più il Mare Nostrum: è il “Mare Mortuum”, il mare dei morti, così lo definisce papa Francesco al secondo giorno della sua visita a Marsiglia. Giornate quasi paradossali, dedicate all’immigrazione e al concetto di accoglienza, mentre la questione migranti incendia la politica europea e diventa arma di propaganda in clima elettorale: si vota il prossimo giugno per le elezioni che rinnoveranno l’Europarlamento e il governo dell’Unione.
Così, mentre l’Italia annuncia nuove misure (fra cui la creazione in ogni regione di grandi centri per il rimpatrio dove si potrà essere detenuti fino a 18 mesi contro i 6 di adesso), la Francia blocca la frontiera a Ventimiglia e continua nei respingimenti illegali dei migranti, pratica già condannata dalla Corte europea di giustizia.
240 chilometri più in là sulla costa francese, è una giornata di sole e vento a Marsiglia; Papa Francesco appare in buona forma mentre viene accolto dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla première dame Brigitte al Palazzo del Faro, dove si tengono i lavori delle “Rencontres Mediterranéennes”, simposio organizzato dalla Chiesa locale con la partecipazione di molti vescovi dei paesi che affacciano sul Mediterraneo.

Il capo dello Stato dà il braccio a Francesco, il pontefice si appoggia a lui e a un bastone, ma dietro le cordialità ci sono i moniti del Papa che parla del “grido soffocato dei fratelli e sorelle migranti”, come ieri aveva condannato la “paura e l’indifferenza” di fronte ai tanti che muoiono in mare.
Il discorso avviene di fronte ai vescovi, al capo dello Stato e ad alcune autorità europee come la presidente della Banca Centrale, Christine Lagarde: il pontefice mette i governi europei di fronte alle loro responsabilità. “Chi rischia la vita in mare non invade; cerca accoglienza, cerca vita, afferma. “Quanto all’emergenza, il fenomeno migratorio non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per divampare propaganda allarmistica, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza, con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obbiettive difficoltà”.
. E ancora, parole che sembrano rivolte al governo italiano e alla sua insistenza che combattere gli “scafisti”, i trafficanti, risolverà la questione: “Contro la terribile piaga dello sfruttamento di esseri umani, la soluzione non è respingere, ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari sostenibili grazie a un’accoglienza equa da parte del continente europeo, nel contesto di una collaborazione con i Paesi d’origine”. Con “accoglienza equa” il Papa lascia intendere, pur non entrando nel dettaglio politico, la necessità della riforma del regolamento di Dublino, vecchio di vent’anni, che al momento scarica sui paesi di primo arrivo l’onere di gestire le richieste d’asilo, invece di consentire un sistema di redistribuzione automatico dei migranti.

Il Papa, comunque, non ha perso l’occasione per una stoccata all’eutanasia e all’aborto: “Chi presta ascolto al gemito degli anziani soli che, anziché esser valorizzati, vengono parcheggiati, con la prospettiva falsamente dignitosa di una morte dolce, in realtà più salata delle acque del mare? Chi pensa ai bambini non nati, rifiutati in nome di un falso diritto al progresso, che è invece regresso nei bisogni dell’individuo?”
Non è dato sapere di cosa abbiano poi trattato nel loro colloquio privato – in una sala tutta finestre sul mare – Francesco e il presidente Emmanuel Macron, che sta a sua volta preparando una nuova legge sull’immigrazione. Il papa, che conclude la sua visita con una messa al Velodromo di Marsiglia, sabato mattina presto aveva fatto visita all’ordine dei “missionari della carità” fondato da madre Teresa nel quartiere poverissimo di Saint-Mauront, dove si assistono senzatetto e migranti.
Alla messa parteciperà anche Macron. Non un insulto al principio di laicità, fondante per la Costituzione francese: secondo Macron anzi presenziare è suo dovere, da capo di Stato che accoglie un altro capo di Stato. Che poi ascolti quello che il pontefice dice, è un altro discorso; Francesco – che negli ultimi anni si è recato due volte sull’isola di Lampedusa, primo approdo di moltissimi migranti che arrivano via mare in Italia – ripete da tempo queste cose senza che in Italia o all’estero facciano breccia.