Un gruppo di ricercatori indipendenti finanziati dalla NASA ha raccolto e pubblicato tutti i dati disponibili relativi agli UAP (“Unidentified Anomalous Phenomena” o meglio conosciuti come UFO) in un unico report per fare chiarezza sulle notizie emerse di recente. Partendo da questi risultati, l’obiettivo è individuare gli strumenti per decifrare questi fenomeni e avviare un lavoro di approfondimento. L’agenzia governativa americana ha comunicato che si impegnerà a nominare un direttore delle ricerche UAP al più presto.
Da un’estate intera si parla di UFO. C’è stata una serie di congressi dove autorità americane ed esponenti della NASA hanno esaminato circa 800 segnalazioni di oggetti volanti non identificati raccolte nel corso di decenni delle quali la maggior parte non è classificabile. “Abbiamo da 50 a 100 nuovi rapporti ogni mese, ma solo fra il 2% e il 5% può essere considerato davvero come anomalo”, ha spiegato Sean Kirkpatrick , direttore dell’All-domain Anomaly Resolution Office (AARO), parte del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Diversi legislatori hanno protestato per avere più chiarezza e trasparenza. In ultimo, proprio qualche giorno fa, durante il primo incontro sugli UAP in Sudamerica, il giornalista Jaime Maussan ha presentato alla Camera dei Deputati messicana due piccoli presunti cadaveri alieni lunghi circa sessanta centimetri, recuperati in Perù nel 2017 fra le province di Nazca e Palpa. I corpi, sottoposti all’analisi del carbonio 14 in un laboratorio dell’Università di Città del Messico, sarebbero databili a circa 1000 anni fa. “Secondo gli esami, questi cadaveri presenterebbero un patrimonio genetico diverso del 30% da quello umano”, ha spiegato Maussan.
È difficile spiegare questi fenomeni anomali attraverso una normale prospettiva scientifica. Spesso anche la paura di apparire ridicoli o di subire ripercussioni nel lavoro può essere un deterrente per la segnalazione di avvistamenti che potrebbero rivelarsi fondati e utili per la ricerca. Questo può ostacolare il processo scientifico. Per esempio, il Pentagono ha detto di non avere prove che collegano gli UAP all’attività aliena, anche se non è da escludere. Ma c’è anche chi, come David Grusch, un ex funzionario dell’Intelligence, sostiene di conoscere “più di un collega” che è stato ferito dagli UAP e di aver intervistato individui che hanno recuperato materiale biologico non umano da UAP precipitati. Le affermazioni di Grusch sono state poi smentite da un portavoce del Pentagono a NBC News.
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