Dopo le indiscrezioni, adesso è ufficiale: il presidente cinese Xi Jinping non parteciperà al summit del G-20 in programma in India i prossimi 9-10 settembre. E a saltare sarà giocoforza anche l’attesissimo incontro con il suo omologo statunitense Joe Biden.
A comunicarlo è stato il ministero degli Esteri di Pechino, che lunedì ha specificato che sarà piuttosto il premier Li Qiang a rappresentare il Dragone al vertice con le maggiori 20 economie del pianeta. Già da qualche giorno fonti diplomatiche ben informate davano per scontata l’assenza di Xi – e domenica, ancora prima che arrivasse la conferma ufficiale, la Casa Bianca aveva espresso il suo disappunto.
“Sono deluso, ma lo vedrò lo stesso”, le parole riferite da Biden ai giornalisti, pur rifiutandosi di specificare quando potrebbe tenersi l’agognato incontro. I leader delle due superpotenze non si vedono proprio dall’ultimo G-20 di Bali del novembre 2022.
Eppure La prospettiva di un incontro in India tra Xi e Biden era stata alimentata nelle ultime settimane da un via-vai di funzionari statunitensi in visita a Pechino negli ultimi mesi. Ultima in ordine cronologico a visitare la capitale cinese è stata la segretaria al Commercio Gina Raimondo, preceduta dal segretario di Stato Antony Blinken, dalla segretaria al Tesoro Janet Yellen, dallo ‘zar per il clima’ John Kerry e dal decano dei diplomatici USA Henry Kissinger.
La prossima occasione utile per un vertice Washington-Pechino sarà l’incontro dei leader della Cooperazione economica Asia-Pacifico, che si terrà a San Francisco dal 12 al 18 novembre.
Tra i temi che dividono Cina e USA ci sono l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, i diritti umani nello Xinjiang e a Hong Kong, le rivendicazioni territoriali su Taiwan e sul Mar Cinese Meridionale e le limitazioni economiche che impediscono a Pechino di accedere a componenti ad alta tecnologia.
Il mese scorso, durante una visita in Sudafrica per incontrare i leader dei Paesi BRICS, Xi si è scagliato contro “l’egemonia” occidentale e ha esortato i Paesi emergenti a “scrollarsi di dosso il giogo del colonialismo”.
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