Tre persone sono state uccise in una sparatoria a sfondo razzista in un negozio della catena Dollar General in un quartiere a maggioranza afroamericana di Jacksonville, in Florida.
Secondo le autorità locali, un uomo bianco a volto coperto ha colpito mortalmente tre afroamericani – due uomini e una donna – usando una pistola con su impressa una svastica. L’assassino, che prima dell’agguato aveva anche postato scritte razziste, si è poi suicidato.
Lo sceriffo di Jacksonville, T.K. Waters ha confermato in una conferenza stampa la matrice razziale dell’aggressione. “Odiava i neri”, le sue parole.
L’attentatore, che aveva circa 20 anni, ha usato una pistola Glock e un fucile semiautomatico AR-15, oltre a un giubbotto antiproiettile. In passato l’uomo sarebbe stato già coinvolto in un incidente di violenza domestica nel 2016 e ricoverato in un ospedale psichiatrico. Il killer avrebbe agito da solo e “non c’è assolutamente alcuna prova che faccia parte di un gruppo più grande”, secondo lo sceriffo Waters.
Prima di compiere la strage ha chiamato i genitori e ha chiesto loro di diffondere su media e social media il suo manifesto razzista nel quale dichiarava di “odiare i n…i e di volerli uccidere”. Una strage preparata da mesi, probabilmente, nei più minimi dettagli che ora spetterà all’Fbi analizzare per capire come e quando il killer ventenne si sia radicalizzato.
Gli investigatori ritengono che l’uomo armato abbia agito per ‘celebrare’ il quinto anniversario di un’altra sparatoria avvenuta cinque anni fa durante un torneo di videogiochi sempre a Jacksonville, nella quale erano rimaste uccise due persone.
La sindaca di Jacksonville, Donna Deegan, si è detta “affranta” per l’accaduto, mentre il governatore della Florida Ron DeSantis ha definito l’assassino un “pezzo di m*rda”: “Questo ragazzo si è ucciso piuttosto che affrontare la realtà e prendersi la responsabilità delle sue azioni. Ha scelto la via dei codardi”, ha detto il candidato GOP dall’Iowa.
Della sparatoria sono stati informati anche il presidente Joe Biden e il procuratore generale Merrick Garland.
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