Una giornata di febbrili trattative tra gli avvocati di Donald Trump e la procura distrettuale di Atlanta. Alla fine è stato raggiunto un accordo per la libertà su cauzione per l’ex presidente. Dovrà versare 200 mila dollari come pegno per rimanere a piede libero dopo che il magistrato gli avrà formalizzato il rinvio a giudizio. Non solo. Né lui né i suoi avvocati potranno entrare in contatto con gli altri 18 coimputati o con i loro avvocati, né potranno commentare pubblicamente il processo in cui sono incriminati per aver cercato di sovvertire il voto nelle presidenziali del 2020 in Georgia.
Una faccenda “rognosa” questa della libertà su cauzione perché normalmente in Georgia le persone incriminate per associazione a delinquere con la formula RICO, Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act, che viene comunemente usata per combattere la criminalità organizzata, non beneficiano della libertà su cauzione o, se viene concessa, la cauzione è molto alta e c’è l’immediato ritiro del passaporto. Un problema ininfluente per l’ex presidente, ma pesante per gli altri coimputati, molti dei quali non si possono permettere cauzioni elevate. Nell’accordo raggiunto tra gli avvocati di Trump e la procura distrettuale 80 mila dollari sono solo per le accuse RICO e 10 mila dollari ognuna per le altre 12 incriminazioni.
Secondo l’accusa, Trump era a capo di una “impresa criminale” in un’ampia cospirazione per ribaltare la sua sconfitta elettorale. Il gruppo di imputati comprende l’ex capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows e l’ex avvocato Rudy Giuliani. Due dei coimputati, l’avvocato John Eastman e Scott Hall, hanno ricevuto anche loro la notifica della concessione della libertà su cauzione. Il primo resterà a piede libero versando 100 mila dollari, mentre per il secondo, che ha avuto un ruolo marginale nella vicenda, la cauzione è stata fissata a 10 mila dollari. Il procuratore distrettuale della contea di Fulton Fani Willis ha fissato la data del 25 agosto come termine ultimo per costituirsi. Non è chiaro se l’ex presidente si costituirà giovedì o venerdì. Lo sceriffo Pat Labat ha fatto sapere che tratterà Trump e gli altri come tratta tutti gli altri imputati. Non ha voluto rispondere se saranno scattate foto segnaletiche e saranno prese le impronte digitali.
Fuori dal complesso giudiziario di Atlanta la presenza delle forze dell’ordine rimane a un livello elevato. Decine di veicoli della polizia sono parcheggiati per molti isolati intorno al tribunale e al centro di detenzione dove i 19 imputati si costituiranno.
Trump si consegnerà alle autorità pochi giorni prima del primo dibattito tra i candidati che si sono presentati alle primarie per pendere parte alle presidenziali nel 2024. L’ex presidente, tuttavia, ha in programma di saltare l’evento e di farsi, invece, intervistare dall’ex conduttore di Fox News, Tucker Carlson.
Jenna Ellis, che è stata una degli avvocati di Trump, anche lei rinviata a giudizio, si chiede perché il fondo per la difesa legale dell’ex presidente non stia aiutando lei e gli altri consiglieri che son rimasti intrappolati in questa vicenda.
I responsabili della campagna elettorale di Trump e del comitato di azione politica pro-Trump, Make America Great Again, Inc., non hanno commentato la richiesta della Ellis. Fani Willis sta cercando di convincere gli imputati a “pentirsi” e testimoniare contro Trump.

Nonostante i quattro procedimenti penali Donald Trump è avanti del 23% sul suo principale rivale, Ron DeSantis, in un sondaggio in Iowa, lo stato dove ci saranno le prime elezioni primarie repubblicane per la Casa Bianca. Nella rilevazione del quotidiano locale Des Moines Register, l’ex presidente guida col 42% delle preferenze tra i 14 candidati Gop, mentre il governatore della Florida è al 19%. Seguono il senatore afroamericano Tim Scott (9%), l’ex governatrice della South Carolina Nikki Haley e l’ex vicepresidente Mike Pence (entrambi al 6%), l’ex governatore del New Jersey Chris Christie (5%) e l’imprenditore Vivek Ramaswamy (4%). Tutti gli altri sono al 2% o sotto.
Non solo: dal sondaggio emerge che il 77% degli elettori repubblicani ritiene che Trump sia vittima di una persecuzione politica e che non ha violato alcuna legge non volendo riconoscere l’esito delle elezioni del novembre del 2020, vinte da Joe Biden.
Secondo un altro sondaggio, questo condotto da CBS News/YouGov, è più probabile che gli elettori di Trump credano che l’ex presidente stia dicendo loro la verità rispetto ai loro amici, familiari o leader religiosi.
Il sondaggio condotto solo tra gli elettori repubblicani, fa luce sul motivo per cui il sostegno di Trump all’interno della base del partito sia così difficile da superare: tra coloro che considerano di votare per Trump, il 95% crede che l’ex presidente “lotti per persone come me”, mentre il 99% crede che “le cose andavano meglio con Trump”.
Tra coloro che hanno intenzione di votare Trump, il 71% ritiene che ciò che l’ex presidente dice sia vero. Più sincero più di quanto dicano amici e familiari (63%), personaggi dei media conservatori (56%) o leader religiosi (42%).
La percentuale di coloro che considerano Trump una fonte di verità scende al 53% tra tutti i probabili elettori del GOP, segno che alcuni rimangono scettici sulle sue affermazioni.
Tuttavia, è ancora più alto di chi si fida dei leader religiosi (42%), di scienziati e medici (32%) e molto più alto di chi si fida del presidente Biden (10%).