Il presidente Joe Biden e la First Lady Jill sono arrivati verso mezzogiorno, ora locale (le 18 ora di New York), alle Hawaii. Il capo della Casa Bianca ha lasciato Lake Tahoe, in Nevada, dove stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza, per andare nell’isola di Maui, che la scorsa settimana è stata devastata dalle fiamme.
“Una tragedia inimmaginabile, il Paese è con voi, faremo il possibile per ricostruire e rispettare la cultura e le tradizioni locali”, che ha poi reso omaggio alle vittime ed espresso la sua solidarietà ai famigliari, ricordando anche la propria tragedia personale (la morte della propria moglie e della figlioletta di un anno in un incidente stradale) e il “buco nero” che resta dopo la morte di un proprio caro. Biden ha parlato sotto il secolare e iconico ‘banyan tree’, il più grande albero del genere degli Usa e uno dei più grandi del mondo, sfregiato dai roghi ma sopravvissuto alle fiamme: un simbolo di resilienza, ha sottolineato.
I morti accertati finora sono 114, ma il governatore delle Hawaii Josh Green ha detto che più di 1.000 persone rimangono disperse e che il numero include probabilmente molti bambini. “Le squadre di ricerca hanno ispezionato l’85% della zona di ricerca, il restante 15% potrebbe richiedere settimane”, ha aggiunto il governatore affermando che le fiamme hanno reso impossibile recuperare molti resti umani”.

Le polemiche dopo le fiamme. Le controversie sono sia sul “tiepido” sostegno della Casa Bianca sia sul mancato allarme delle sirene. Biden già il 10 agosto aveva annunciato che avrebbe dichiarato l’emergenza federale, due giorni dopo i devastanti incendi, per accelerare i finanziamenti e l’assistenza nell’area. Ma alcuni critici, compresi i sopravvissuti e l’ex presidente Donald Trump hanno affermato che gli aiuti federali sono inadeguati e mal organizzati e che comunque Biden non voleva interrompere le vacanze.
La Casa Bianca ha più volte spiegato che il presidente era occupato con i preparativi del vertice di Camp David con i leader del Giappone e della Corea del Sud e che Biden aveva dato ampio mandato a Deanne Criswell, responsabile della FEMA, la Federal Emergency Management Agency, la protezione civile americana, la quale durante i programmi di approfondimento politico della domenica ha difeso l’operato del presidente affermando che la visita del capo della Casa Bianca prima di oggi avrebbe intralciato i lavori dei soccorritori.
“La cosa più importante che il presidente deve vedere è solo l’impatto reale. Sembra davvero diverso quando sei a terra e puoi vedere la totale devastazione di Lahaina”, ha detto la Criswell, che è a bordo dell’Air Force One con il presidente. La responsabile della FEMA ha riconosciuto che il processo di identificazione delle vittime potrebbe essere frustrante e molto lento, ma ha affermato che il governo federale ha inviato esperti dell’FBI, del Dipartimento della Difesa e del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani per aiutare con il processo di identificazione.
Oggi la Casa Bianca ha annunciato che Bob Fenton è stato nominato coordinatore capo della risposta federale per supervisionare gli aiuti federali. Questo dopo che il responsabile della contea di Maui, Richard Bissen, aveva detto che “considerata la gravità della crisi” bisognava nominare immediatamente un nuovo responsabile delle emergenze al più presto possibile perché quello della contea di Maui si è dimesso travolto dalle polemiche sulle sirene che non sono state attivate per lanciare l’allarme.
Herman Andaya era stato criticato per non averle fatte suonare mentre le fiamme avanzavano su Lahaina. Andaya ha difeso la sua decisione affermando che la popolazione è abituata ad essere allertata in caso di tsunami, quindi un pericolo che veniva dal mare, e che avrebbe cercato di fuggire verso l’interno, in direzione delle fiamme.
Il governatore Green ha ammesso che avrebbe voluto che le sirene lanciassero l’allarme definendo la risposta di Herman Andaya “assolutamente insoddisfacente”. Da qui le dimissioni del responsabile locale della FEMA.