China Evergrande, il promotore immobiliare cinese più indebitato al mondo e diventato il simbolo della crisi del settore nel Dragone, ha presentato istanza di fallimento e chiesto la protezione dai creditori in un tribunale a Manhattan. La società ha invocato il capitolo 15 del codice fallimentare americano, che protegge le società non statunitensi in fase di ristrutturazione dai creditori che sperano di farle causa o di bloccarle beni negli Stati Uniti.
Il mese scorso, Evergrande aveva riferito di aver perso 81 miliardi di dollari di capitale nel 2021 e nel 2022, secondo un documento depositato in Borsa. Le carte avevano inoltre rivelato che i debiti totali di Evergrande avevano raggiunto lo scorso anno i 2.437 trilioni di yuan (340 miliardi di dollari), ovvero circa il 2% dell’intero prodotto interno lordo della Cina.
Nel marzo di quest’anno, Evergrande aveva presentato un piano di ristrutturazione multimiliardario per rimborsare i suoi creditori internazionali. La società aveva più di 270 miliardi di dollari di passività totali, rendendo il piano di ristrutturazione il più grande mai realizzato in Cina.
In questo contesto soffrono anche le Borse asiatiche, che oggi chiudono in calo. Alla Borsa di Tokyo il Nikkei perde lo 0,43% a 31.462,50 punti. Giù dello 0,61% il Kospi di Seul a 2.504,50 punti. Ad Hong Kong l’indice Hang Seng crolla del 2,07% a 17.908,00 punti. In flessione anche le piazze cinesi: la Borsa di Shanghai cede l’1% a 3.131,95 punti e Shenzhen l’1,75% a 10.458,51 punti.