Apparentemente innocuo, arrivato dalle coste nordatlatiche fino al Mar Mediterraneo perché per errore è stato caricato sulle navi cargo, il granchio blu sta generando seri problemi e danni all’ecosistema marino e all’industria della pesca. Il Callinectes sapidus, più conosciuto come “killer dei mari”, come è stato definito in Italia, divora senza sosta tutto quello che incontra sul suo cammino, e non si tratta solo di alghe, ma soprattutto di avannotti, bivalve e crostacei di ogni tipo.
Come se non bastasse, questa specie è molto prolifica ed è capace di migrare agevolmente dai letti di fiume ai fondali marini compromettendo anche moltissimi allevamenti. Le femmine depongono migliaia di uova in una sola volta e, visto che nei nostri mari non vi sono predatori che li possano cacciare e che con il cambiamento climatico temperatura e salinità dell’acqua sono aumentate, la moltiplicazione incontrollata è inevitabile.
Nelle ultime settimane sembra che si sia moltiplicato a dismisura da nord a sud. È stato trovato in Puglia, Abruzzo, nel bacino di Torre Colimena nel mar Ionio, vicino al porto di La Spezia in Liguria, sulla costa orientale della Sicilia, in Sardegna e sul litorale romano. Ma si concentra particolarmente alla foce del fiume Po fra Emilia-Romagna e Veneto.
C’è chi ha cominciato ad averne davvero paura. Il 7 agosto il Governo italiano, con un decreto legge, ha stanziato 2,9 milioni di euro per fermare l’invasione e sostenere i consorzi e le imprese di acquacoltura. Con il via libera del presidente Luca Zaia e un finanziamento di 80 mila euro, nella laguna veneta saranno posate 300 nasse per catturare il granchio blu e monitorarne la diffusione. Ma c’è anche chi ha pensato che nutrirsene sia un’ottima soluzione.
Da nord a sud, molti cuochi e chef stanno sperimentando con un certo entusiasmo nuovi piatti a base di granchio blu che assicurano essere buonissimo e ricco di vitamina B12. Scommettono sulle potenzialità culinarie del crostaceo, come un’opportunità di arricchire la cucina della Penisola fondendo il gusto tipico italiano con un prodotto americano prelibato e di lusso.
È un animale versatile per creare ripieni per ravioli, sughi e condimenti per paste e risotti prelibati, magari cucinati con un fondo di aglio e acciughe o sfumati con cipolle e vino bianco alla maniera italiana.
Cucinarlo e trattarlo come una risorsa sembra essere l’unico modo per non vedere il granchio blu solo come un problema.