La Marina statunitense ha mobilitato quattro cacciatorpedinieri e un aereo da pattugliamento P-8 Poseidon nei mari dell’Alaska in risposta a un’insolita esercitazione navale tra Cina e Russia nei pressi dei confini USA all’inizio di questa settimana.
L’operazione congiunta tra Mosca e Pechino ha coinvolto 11 navi in un’area poco distante dalle Isole Aleutine, sulla costa sud-occidentale dell’Alaska – secondo quanto affermato sabato dal senatore repubblicano Dan Sullivan, che è stato informato da funzionari del Pentagono.
“È un avvenimento senza precedenti in termini di dimensioni e portata di questa task force navale congiunta tra Russia e Cina, che lavorano a stretto contatto”, ha riferito Sullivan a Fox News. “Che si viva in Alaska, come me, o sulla costa orientale degli Stati Uniti, una task force d’azione di superficie molto grande tra i nostri due principali avversari, che sonda molto da vicino le coste degli Stati Uniti, è un fenomeno preoccupante”.
“Questo non fa che rafforzare l’idea che siamo entrati in una nuova era di aggressione autoritaria guidata dai dittatori di Pechino e Mosca, che sono sempre più aggressivi”, ha proseguito il senatore GOP.
Sullivan ha comunque lodato la pronta reazione del Pentagono – intervenuto in misura decisamente più incisiva rispetto a quanto accaduto lo scorso 19 settembre. In quell’occasione, il Dipartimento della Difesa era stato criticato per aver inviato solo un cutter della Guardia Costiera a fronteggiare tre navi cinesi (tra cui un incrociatore) e quattro russe avvistate a meno di 150 km a nord delle Isole Aleutine.
Finora né la Casa Bianca né il Comando Nord del Pentagono hanno rilasciato dichiarazioni in merito.