50 Stati, 50 le conseguenze del cambiamento climatico che le popolazioni devono affrontare. Da nord a sud, gli americani stanno facendo i conti con fenomeni atmosferici diversi, estremi e disastrosi. In Florida, l’acqua dell’oceano ha raggiunto una temperatura fra i 33°C e i 36°C gradi. La città di El Paso, in Texas, ha segnato il record di 24 giorni consecutivi con temperature superiori ai 100°F, cioè 37°C, con picchi di 41°C. E seguono a ruota anche altre città del sud come Miami, Tucson, Portland e Tampa. L’allarme per il caldo eccessivo lanciato dal National Weather Service rimane in vigore fino alle 6 di giovedì mattina. A nord, invece, nei giorni scorsi sono state diffuse immagini dell’alluvione che ha costretto molte persone in Vermont a lasciare le proprie case.
All’inizio della settimana, il National Oceanic and Atmospheric Administration, l’agenzia statunitense che si occupa di dare le previsioni del meteo e monitorare le condizioni oceaniche e atmosferiche, aveva annunciato l’arrivo delle polveri sahariane nel Golfo del Messico dando l’allarme per l’aumento delle temperature. L’aria proveniente dal deserto africano ha infatti portato ondate di caldo e giornate afose. Tuttavia, la cupola di calore che ha inglobato la Florida sta avendo degli effetti devastanti: la temperatura dell’acqua dell’oceano ha raggiunto una media fra i 33°C e i 36°C. Facendo riferimento ai risultati italiani, secondo i dati dell’Aeronautica Militare, la temperatura del mare più alta si è registrata ieri a Diamante, in Calabria, con 28°C. Il calore accumulato dall’oceano danneggia i coralli delle isole Keys e a lungo termine ha un impatto negativo “tanto sull’ecosistema marina, quanto sulle comunità e attività costiere”, riporta la NOAA. Non c’è ristoro nemmeno durante la notte, quando dovrebbe rinfrescare, perché viene rilasciato tutto il calore. Infine, queste temperature renderanno più violenti gli uragani quando comincerà la stagione.
Da giorni, gli abitanti del New England stanno cercando di salvare ciò che rimane dopo l’alluvione. Per 48 ore, ha continuato a piovere senza tregua e le previsioni non sembrano migliorare. Montpelier, la capitale del Vermont, è in stato di emergenza: l’acqua in alcuni quartieri rimane all’altezza del ginocchio o addirittura al bacino e gli agenti stanno lavorando per aiutare le persone a mettersi in sicurezza, che implica abbandonare le proprie case e cercare rifugio altrove. Ed è alto il rischio di contaminazione dell’acqua, per cui è consigliato bollirla o filtrarla prima di berla. Il governatore del Vermont Phil Scott ha detto che “in alcune aree l’acqua ha superato i livelli registrati durante la tempesta tropicale Irene”, l’uragano che nell’agosto 2011 ha causato più di quaranta vittime e intere comunità sommerse. Squadre di soccorso che si muovono con imbarcazioni veloci o elicotteri sono state organizzate e mandate per prestare assistenza dal New Hampshire, Connecticut, Massachusetts e North Carolina.