Uber Eats chiude definitivamente i battenti in Italia. Dopo ben sette anni, il colosso californiano non consegnerà più il cibo a domicilio tra le città del Belpaese. L’ormai celebre applicazione, utilizzata da centinaia di migliaia di italiani, diventerà inutilizzabile a partire dal 15 luglio.
Nonostante le oltre sessanta città che usufruivano del servizio, i vertici dell’azienda statunitense hanno spiegato: «Non siamo cresciuti in linea con le nostre aspettative per garantire un business sostenibile nel lungo periodo. Il nostro obiettivo principale è ora quello di fare il possibile per i nostri dipendenti, in conformità con le leggi vigenti, assicurando al contempo una transizione senza problemi per tutti i nostri ristoranti e i corrieri che utilizzano la nostra piattaforma. Nonostante questa difficile decisione vogliamo ribadire il nostro impegno verso l’Italia, che non intendiamo assolutamente abbandonare: questa decisione ci consentirà di concentrarci ancora di più sui nostri servizi di mobilità, dove stiamo registrando una crescita importante».
Per il momento, dunque, saranno circa cinquanta i dipendenti di Uber Eats a dover fare i conti con la decisione del colosso americano, mentre oltre settemila corrieri provenienti dalle varie città dello stivale saranno costretti a reinventarsi nuovamente per trovare lavoro. Naturalmente, la scelta della società ha scatenato l’ira dei sindacati. In una nota congiunta, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno quindi dichiarato: «Uber Eats, per tramite dei suoi legali, ha comunicato la volontà di incontrare unicamente le federazioni che rappresentano i soli dipendenti diretti. Crediamo che questa scelta sia molto grave, lesiva dei diritti dei lavoratori e delle prerogative sindacali: Uber Eats deve assumersi la responsabilità delle sue scelte anche nei confronti di tutte le persone che da anni lavorano come riders, inquadrati come collaboratori occasionali o partite Iva, che rischiano di rimanere, per la natura del loro contratto, senza un reddito e senza ammortizzatori sociali».
Se è vero che in Italia l’azienda a stelle e strisce ha deciso di salutare il settore delle consegne a domicilio, è altrettanto certo che per gli USA ha piani completamente diversi. In questi mesi, infatti, la società ha deciso di lanciare un nuovo tipo di consegna dei prodotti, effettuata direttamente dai robot. Dopo i primi test in California ed in Texas, Uber esporterà la sua ultima innovazione anche nelle altre aree degli USA. I robot in questione sono dotati di tecnologia NVIDIA Jetson, telecamere e sensori: potranno portare due sacchetti a spedizione, senza mai superare la velocità di 10 Km/h