Sette Stati USA che dipendono dal fiume Colorado hanno raggiunto lunedì un accordo storico per ridurne l’utilizzo e contribuire a salvare un fiume che, nonostante un’allarmante siccità, fornisce acqua potabile a 40 milioni di persone e irriga alcune delle più fertili coltivazioni del Paese.
Secondo l’accordo – mediato dall’amministrazione Biden – Arizona, California e Nevada ridurranno il prelievo 3,7 miliardi di metri cubi fino alla fine del 2026, una quantità corrispondente al 13% della loro dotazione fluviale.
Tutti i sette Stati che attingono acqua dal fiume Colorado – tra cui anche Wyoming, Utah, Colorado e Nuovo Messico – hanno approvato il piano, che ora deve ricevere il via libero definitivo da parte del Governo federale.
Il Segretario agli Interni Deb Haaland ha dichiarato che l’accordo dimostra l’impegno dell’amministrazione Biden di fronte ai cambiamenti climatici e alla siccità. Precedentemente la Casa Bianca aveva minacciato di imporre unilateralmente contingentamenti se gli Stati non avessero trovato un accordo autonomamente.
L’estate scorsa il livello dell’acqua è sceso in maniera così drammatica che molti esperti hanno temuto che la siccità avrebbe impedito alle turbine idroelettriche di entrare in funzione – provocando blackout per milioni di famiglie e aziende.
Secondo un articolo pubblicato l’anno scorso sulla rivista Nature, gli anni dal 2000 al 21 sono stati i più secchi in almeno 1.200 anni per il sud-ovest del Nord America. Il fiume Colorado, lungo quasi 2.400 km, è utilizzato da oltre 40 milioni di persone in sette Stati americani, oltre che da diverse tribù di nativi americani e da alcune zone del Messico.