La Deutsche Bank ha deciso di pagare 75 milioni di dollari alle 125 vittime di abuso sessuale di Jeffrey Epstein, imprenditore americano morto in carcere nel 2019, in circostanze ancora poco chiare. Naturalmente, il patteggiamento dovrà essere prima approvato da un giudice federale.
La decisione presa dai vertici della Deutsche si è rivelata necessaria in seguito alle accuse contro la stessa banca, colpevole di aver agevolato i traffici di giovanissime donne gestiti da Epstein, chiudendo un occhio dinanzi ai suoi sospetti movimenti finanziari. Al momento, come riferito anche dal Wall Street Journal, i portavoce ed i dirigenti della Deutsche Bank hanno deciso di non rilasciare alcun tipo di commento in merito alla vicenda Epstein: ciò che è certo, è che i vertici del colosso tedesco continuano a sostenere di non aver compiuto alcun illecito.
Le prime indagini che coinvolsero l’imprenditore americano risalgono ormai a diversi anni fa. Già nel 2005, infatti, la polizia di Palm Beach iniziò ad investigare su Epstein, dopo la denuncia per abuso sessuale da parte di un genitore. Successivamente, venne condannato nel 2008 da un tribunale dello stato della Florida, per aver procurato delle ragazze minorenni ad alcuni politici. Al tempo, scontò solo tredici mesi di detenzione, grazie ad un patteggiamento alquanto controverso.

Nel 2019, l’arresto che mostrò al mondo il vero volto del potentissimo imprenditore, con l’accusa federale per traffico sessuale di minori tra la Florida e New York, sua città natia. Nel corso degli anni, sono state numerosissime le donne che hanno puntato il dito in tribunale contro il magnate statunitense, dichiarando di essere state abusate e ricattate da giovanissime.
I vari processi che hanno riguardato Epstein hanno spesso coinvolto anche i suoi conoscenti più celebri, come l’ex presidente degli USA Donald Trump o il principe Andrea, terzogenito di Elisabetta II d’Inghilterra.
D’altronde, il potentissimo uomo d’affari newyorkese era noto per le sue frequentazioni con politici, finanzieri ed élite culturali, che erano soliti rivolgersi a lui per passare la notte in compagnia di giovani ragazze. Il 10 agosto del 2019, un mese dopo l’arresto, Epstein venne trovato morto nella sua cella al Metropolitan Correctional Center di New York.
Il procuratore William Barr stabilì poi che il sessantaseienne si era suicidato. Una versione dei fatti che, ancora oggi, continua a non convincere del tutto i più. Solo pochi giorni prima della sua morte, d’altronde, il miliardario statunitense, dopo essere stato trovato privo di sensi dalle guardie carcerarie, affermò che il proprio compagno di cella aveva provato ad ucciderlo.