Alcuni alti funzionari di JPMorgan Chase avrebbero continuato a incontrare Jeffrey Epstein anche dopo che il colosso bancario aveva deciso di chiudere i conti del miliardario newyorkese nel 2013 a causa dell’emersione dei suoi scandali sessuali. A riportarlo è stato venerdì il Wall Street Journal, che cita fonti ben informate.
L’accusa arriva nel bel mezzo di una causa intentata dalle Isole Vergini americane – dove Epstein possedeva un’isola privata – e da un anonimo querelante proprio nei confronti di JP Morgan, che a loro dire avrebbe tratto indebito profitto dal traffico di esseri umani, volutamente ignorando i segnali di allarme relativi al comportamento di Epstein.
Il Journal sostiene che la bancaria Mary Erdoes, attualmente a capo della divisione di JP Morgan che gestisce asset e patrimoni per 4.000 miliardi di dollari, avrebbe visitato la villa di Epstein nell’Upper East Side di Manhattan diverse volte tra il 2011 e il 2013. La portavoce di Erdoes ha tuttavia dichiarato che l’unica volta che ricorda di aver “incontrato formalmente” Epstein è quella del giorno in cui lo ha liquidato come cliente.
La residenza newyorkese del miliardario sarebbe stata visitata anche da John Duffy, responsabile private bank dell’istituzione finanziaria, all’inizio del 2013 – ossia un mese prima che la banca estendesse i permessi di prestito di Epstein. Secondo l’articolo, anche il dirigente Justin Nelson avrebbe incontrato il finanziere circa sei volte tra il 2014 e il 2017.
Secondo quanto riferito, al centro dei colloqui tra Epstein e i funzionari di JPMorgan ci sarebbe stato un fondo di beneficenza multimiliardario che Epstein aveva proposto alla banca come modo per attirare clienti facoltosi.
Secondo un tribunale delle Isole Vergini americane, tuttavia, i bancari avrebbero ripetutamente ignorato gli allarmi dei responsabili della compliance della loro stessa azienda, secondo cui c’era “molto fumo” intorno al finanziere – compreso il presunto uso di fondi per pagare le ragazze minorenni che venivano abusate sessualmente nelle sue residenze e messe a disposizione di personalità di spicco del jet set internazionale.
JPMorgan ha mantenuto circa 55 conti legati a Epstein per un valore di centinaia di milioni di dollari a partire dal 1998. I suoi conti sono stati chiusi nel 2013 – cinque anni dopo che Epstein si era dichiarato colpevole di un reato di prostituzione nello Stato della Florida.
Nell’agosto 2019, mentre era in attesa del processo per traffico sessuale, Epstein si è suicidato in una cella di prigione a Manhattan in circostanze assai misteriose.