Il procuratore distrettuale di Manhattan ha citato in giudizio il congressman Jim Jordan per impedire ai parlamentari repubblicani di interferire nel procedimento giudiziario in corso contro l’ex presidente Donald Trump.
L’atto di citazione di 50 pagine, depositato presso il tribunale federale del Southern District di Manhattan, accusa Jordan di un “attacco sfacciato e incostituzionale” e una “campagna trasparente per intimidire e attaccare” il procuratore distrettuale.
La mossa usata dai difensori di Trump di mettere sotto accusa l’accusatore, ha dato fastidio al procuratore distrettuale e, inoltre l’eccesso di zelo mostrato dal presidente della Commissione Giustizia della Camera che vuole interrogare l’ex assistente di Bragg, l’avvocato Mark Pommerantz, si estende su un pericoloso e delicato terreno minato dal segreto professionale, dalla discrezionalità delle inchieste giudiziarie e dai rapporti tra il responsabile di una inchiesta giudiziaria e un suo subordinato.
Alvin Bragg che la settimana scorsa ha incriminato l’ex presidente per i soldi pagati alla pornostar Stormy Daniels. Un pagamento fatto a poche settimane dalle elezioni del 2016 poiché le rivelazioni avrebbero potuto compromettere il futuro elettorale di Trump. Soldi pagati dal suo avvocato Michael Cohen facendolo passare come una spesa legale, nascosti nei bilanci della società del presidente per evitare lo scandalo politico e quindi indirettamente considerati come un finanziamento illegale alla sua campagna elettorale. Così da un falso in bilancio, che è una illegalità “veniale”, si è passati ad un finanziamento elettorale non dichiarato, che è un reato penale. Da qui il rinvio a giudizio con i 34 capi d’accusa.

E mentre avvocati difensori e pubblici ministeri preparano le strategie legali, i parlamentari alleati dell’ex presidente tentano di tutto per screditare il District Attorney, così laCommissione Giustizia della Camera, presieduta dal fedelissimo di Trump Jim Jordan, parlamentare repubblicano dell’Illinois, terrà un’udienza a New York la prossima settimana per discutere delle “vittime di crimini violenti a Manhattan”. E a Manhattan i legislatori esamineranno quelle che il comitato ha definito le “politiche pro-crimine” di Bragg che hanno creato una “comunità pericolosa” per gli abitanti di New York.
Un portavoce dell’ufficio di Bragg ha subito ribattuto: “Non fatevi ingannare, i repubblicani della Camera stanno arrivando nella grande città più sicura d’America per una mossa politica. Questa udienza non comporterà sforzi reali per aumentare la sicurezza pubblica, come il sostegno nazionale alla legislazione sulle armi e la vendita illegale delle armi”. Il portavoce ha anche affermato che New York City ha un tasso di omicidi “quasi tre volte inferiore” a quello di Columbus, Ohio, la circoscrizione elettorale di Jordan. Questi dati sono stati presi da Wirepoints, un’organizzazione no profit con sede nell’Illinois, che ha rilevato che New York City ha avuto 5,2 omicidi ogni 100 mila persone rispetto ai 15,4 omicidi di Columbus sullo stesso numero di abitanti. Secondo il Dipartimento della polizia di NY la criminalità violenta è diminuita durante i primi tre mesi di quest’anno, con sparatorie in calo del 23% e omicidi in calo del 12,7% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Jim Jordan, uno dei maggiori sostenitori di Trump alla Camera, è il leader dei tentativi di screditare Bragg insieme ad altri parlamentari repubblicani che dirigono importanti Commissioni della Camera. E il mese scorso hanno chiesto documenti e testimonianze relativi alle indagini di Bragg su Trump.
Pochi giorni fa Jordan aveva convocato davanti la Commissione Giustizia l’avvocato Mark Pomerantz per conoscere il suo ruolo nelle indagini su Trump e sulle attività di Trump. Pomerantz è un famoso avvocato penalista che venne temporaneamente assunto dal predecessore di Bragg, Cyrus Vance, per avviare insieme ad un altro avvocato di prestigio, Carey Dunne, le indagini sull’ex presidente e sulla Trump Organization, dopo le clamorose rivelazioni fatte dall’ex avvocato di Donald Trump sia al Congresso, sia agli agenti federali. Michael Cohen si era dichiarato colpevole di evasione fiscale e aveva patteggiato il verdetto di colpevolezza confessando le irregolarità commesse. Il risultato fu che l’avvocato venne condannato, e radiato dall’albo professionale, mentre chi gli aveva dato gli ordini di commettere le irregolarità non è mai stato indagato dalla procura federale. L’ex US Attorney del Southern District di Manhattan, Geoffrey Berman, nel suo libro “Holding the Line” scrive di aver ricevuto fortissime pressioni da parte dell’ex ministro della Giustizia William Barr, per mettere a tacere la vicenda.
Vista l’inazione dei procuratori federali l’allora DistrictAttorney di Manhattan Vance cominciò a scavare sulla vicenda. Scaduto il mandato di Vance l’inchiesta passò adAlvin Bragg, ma Pommerantz e Dunne che avevano già indagato a lungo sulla vicenda non ebbero lo stesso appoggio da parte di Bragg e dopo l’incriminazione della Trump Organization e del Chief Financial Officer Allen Weisselberg, si dimisero a causa della riluttanza di Bragg a portare avanti il caso contro Trump. Ed è molto probabile che l’atto di citazione per il parlamentare Jordan sia anche per bloccare la testimonianza di Pommerantz sulle conversazioni avute con Bragg.