I medici americani sono in rivolta dopo la decisione di un tribunale distrettuale federale del Texas, che minaccia di impedire l’accesso al mifepristone, un farmaco sicuro ed efficace usato per l’aborto farmacologico, “che è stato utilizzato da milioni di persone per più di 20 anni”.
A usare queste parole definendo la sentenza emessa ieri una pronuncia “contro la scienza” è Jack Resneck Jr., presidente dell’American Medical Association (Ama), la più grande associazione medica negli Usa. “Il disprezzo della corte per fatti scientifici ben consolidati a favore di accuse speculative e asserzioni ideologiche causerà danni ai nostri pazienti e minerà la salute della nazione”, è la dura presa di posizione affidata a una nota. “Rifiutando fatti medici, il tribunale si è intromesso ed è intervenuto nelle decisioni che spettano ai pazienti e ai medici”.

Tutto questo, prosegue l’Ama “mina anche decisioni informate, erode la fiducia nelle istituzioni, esacerba le divisioni sociali e mette a rischio la salute individuale e collettiva”. Ma il presidente dell’associazione medica statunitense guarda anche oltre e sottolinea un ulteriore problema che si pone ora: “Questa decisione introduce il pericolo straordinario e senza precedenti che i tribunali ribaltino le decisioni normative sui farmaci di lunga data della Food and Drug Administration (Fda)”.
“Ciò va contro il processo scientifico stabilito che porta a tali decisioni e mette altri farmaci a rischio di essere soggetti a tentativi simili – avverte Resneck Jr. – Sostituire le opinioni dei singoli giudici e tribunali all’ampia revisione scientifica basata sull’evidenza dell’efficacia e della sicurezza attraverso processi consolidati della Fda è sconsiderato e pericoloso. Abbiamo anche assistito agli sforzi dei legislatori statali per limitare l’accesso a questo farmaco: riteniamo che le normative della Fda dovrebbero sostituire la legge statale per evitare un mosaico di regole”.
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