L’Honduras ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con Taiwan e la ripresa di legami ufficiali con la Cina, dando seguito a quanto preannunciato meno di due settimane fa.
Con la defezione del Governo di Tegucigalpa Taipei è ora riconosciuta da soli 13 Stati sovrani (tra cui la Città del Vaticano), principalmente nazioni insulari dei Caraibi e del Pacifico meridionale, oltre a Eswatini.
“Il ministro degli Esteri Enrique Reina – si legge in una nota della diplomazia dello Stato centroamericano – su istruzione del presidente della Repubblica Xiomara Castro, ha comunicato a Taiwan la decisione di interrompere le relazioni diplomatiche” tra i due territori. Il ministero degli Esteri honduregno ha quindi dichiarato che il Paese riconoscerà “una sola Cina nel mondo” e che Pechino “è l’unico governo legittimo che rappresenta tutta la Cina”.
Il documento ha aggiunto che “Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese e da oggi il Governo honduregno ha informato Taiwan della rottura delle relazioni diplomatiche, impegnandosi a non avere alcun rapporto o contatto ufficiale con Taiwan”.
Il trionfo diplomatico della Cina arriva in un momento in cui le tensioni tra Pechino e Washington sono in aumento a causa delle mire cinesi sull’isola di Formosa – considerata una provincia ribelle destinata a essere annessa alla Cina continentale – nonché dei tentativi di Pechino di proiettare la sua sfera d’influenza anche in Sud America, regione del mondo storicamente presidiata dagli USA fin dalla dottrina Monroe.
La scelta ha una matrice prevalentemente finanziaria. Da svariati anni la Cina investe miliardi di dollari in infrastrutture e altri progetti in tutta l’America Latina per estendere la sua sfera d’influenza. In Honduras, i cinesi hanno sovvenzionato la costruzione di una diga idroelettrica nella regione centrale del Paese, realizzata dall’azienda cinese SINOHYDRO con un finanziamento del governo cinese di circa 300 milioni di dollari.
L’Honduras aveva chiesto uno sforzo simile a Taiwan, sondando la possibilità di ricevere miliardi di dollari di aiuti dal Governo di Taipei. Così, circa due settimane fa, le autorità honduregne hanno chiesto a Taiwan 2,45 miliardi di dollari per costruire un ospedale e una diga e per cancellare i propri debiti. Secco il no di Taipei, che ha quindi spinto Tegucigalpa nelle braccia dei rivali cinesi.
Il ministro degli Esteri taiwanese ha accusato la presidente Xiomara Castro di “nutrire illusioni” sulle promesse cinesi di aiuti finanziari. “Il presidente Castro e il suo governo si illudono sulla Cina – ha dichiarato il ministro Joseph Wu – e hanno sollevato la questione del cambio di riconoscimento durante la campagna elettorale. La Cina ha convinto l’Honduras (a rompere le relazioni diplomatiche con Taiwan, ndr) con incentivi finanziari”.
Cina e Taiwan si contendono lo scettro formale di “unica Cina ufficiale” sin dal 1949, quando si sono separate a causa di una guerra civile.
Dal 1979 gli Stati Uniti riconoscono la Cina continentale (quella di Pechino) come l’unica Cina legittima, non mantenendo relazioni diplomatiche formali con Taiwan – malgrado la Casa Bianca si sia impegnata a sostenere Taipei in caso di annessione cinese.
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