Gli Stati Uniti hanno condotto una serie di attacchi aerei in Siria contro diverse strutture collegate alle forze armate iraniane in risposta ad un attacco con drone, presumibilmente iraniano, che aveva ucciso un contractor americano e ferito altre 6 persone.
L’assalto iraniano avrebbe preso di mira una base che ospitava personale americano nei pressi di a-Hasaka, nel nordest del Paese conteso tra curdi ed esercito siriano. L’esercito statunitense ha risposto qualche ora dopo colpendo alcuni edifici utilizzati da militanti affiliati al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, un corpo d’élite delle forze armate di Teheran.
“Sotto la direzione del presidente Biden, ho autorizzato le forze del comando centrale degli Stati Uniti a condurre attacchi aerei di precisione stasera nella Siria orientale contro strutture utilizzate da gruppi affiliati al Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran (Irgc)”, ha dichiarato il segretario alla Difesa Lloyd Austin.
“Prenderemo tutte le misure necessarie per difendere il nostro popolo e risponderemo sempre in un momento e in un luogo a nostra scelta”, ha aggiunto il capo del Pentagono, il quale ha tuttavia chiarito che i raid aerei statunitensi sono stati “proporzionati” e condotti in modo da “limitare il rischio di escalation e minimizzare le vittime”.
Circa 900 membri dei servizi statunitensi sono di stanza in Siria con il compito di condurre operazioni antiterrorismo nel Paese in guerra civile da più di 10 anni.
Intanto una ONG ha rivelato che ieri, sempre nel nord della Siria, cinque soldati siriani e cinque jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Cham (HTS), l’ex ramo siriano di al-Qaeda, sarebbero stati uccisi in scontri nella provincia di Aleppo.
Questi scontri sono avvenuti tra l’esercito del presidente Bashar al-Assad e Hts, che controlla con fazioni ribelli meno influenti circa metà della provincia di Idlib (nord-ovest) e settori confinanti delle province limitrofe, in particolare quella di Aleppo.