Voleva essere uno scherzo. Una foto provocatoria in un momento in cui tutti, almeno negli Stati Uniti, stanno seguendo le vicende legali di Donald Trump. Usando il programma di intelligenza artificiale Midjourney un blogger britannico, Elliot Haggings, ha creato le foto dell’arresto dell’ex presidente e le ha messe in rete, ben specificando però che erano false.
“Stavo solo facendo satira politica. Pensavo che solo 4 o 5 persone avrebbero ripreso le immagini – ha scritto Haggings in una email – volevo sperimentare la qualità del programma di intelligenza artificiale Midjourney. Vedere se fosse capace di creare scene reali. Le immagini hanno iniziato a formare una sorta di narrazione quando ho collegato i suggerimenti che il programma Midjourney mi chiedeva. Non avevo idea che così facendo sarebbe scaturita una storia sintetica”.
Uno scherzo che ha fatto scatenare il web e due giorni dopo i post di Elliot Haggings che mostrano un evento mai accaduto sono stati visti più di cinque milioni di volte, creando un caso di studio nella crescente sofisticazione delle immagini generate dall’intelligenza artificiale e nella facilità con cui possono creare confusione nel mondo dell’informazione.

Vicende come queste confermano l’alto grado di manipolazione che si riesce a raggiungere usando nuovi programmi di intelligenza artificiale applicata a foto e filmati che se da una parte sviluppano la creatività in generale, dall’altro possono essere usati per condizionare la mente mostrando fatti, persone, situazioni create al computer.
Facebook afferma che sta vietando i video “deepfake”. “Sebbene questi video siano ancora rari su Internet, rappresentano una sfida significativa per il nostro settore e la nostra società man mano che il loro utilizzo aumenta”, ha dichiarato Monika Bickert, vicepresidente della gestione delle politiche globali di Facebook in un post sul blog. “Bisogna trovare un filtro in grado di distinguere il vero dal falso”. Tuttavia, ha affermato che le nuove regole non includeranno la satira sottolineano il difficile equilibrio che Facebook deve affrontare nella lotta alla disinformazione online rispettando anche la libertà di parola e respingendo le accuse di censura.
Twitter, che è un altro focolaio di disinformazione, foto e video alterati, ha affermato che sta creando regole per gli utenti e per la diffusione dei “media sintetici e manipolati”. La piattaforma multimediale ha chiesto un feedback pubblico sulla questione. Le risposte che sta prendendo in considerazione includono l’inserimento di un avviso accanto ai tweet che includono materiale manipolato. Un problema questo della disinformazione che si fa sempre più pressante visto come i deepfake vengono utilizzati per interferire nella politica e nelle elezioni.
Ed Elliot Haggings con il suo “scherzo” ha messo i riflettori sui problemi del futuro dell’informazione.