Dietro il clamoroso attacco dello scorso anno ai gasdotti russi Nord Stream non ci sarebbe la mano ucraina.
A prometterlo è stato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un tweet pubblicato a poche ore dall’indiscrezione del New York Times secondo cui il sabotaggio dei condotti che trasportano gas russo in Europa sarebbe stato opera di un “gruppo filo-ucraino”
“Anche se mi piace raccogliere divertenti teorie cospiratorie sul governo ucraino, devo dire che l’Ucraina non ha nulla a che fare con l’incidente del Mar Baltico e non ha informazioni su ‘gruppi di sabotaggio pro-ucraini'”, ha scritto il fedelissimo del leader ucraino.
Lo scoop del quotidiano newyorkese deriva un report dell’intelligence statunitense secondo cui è probabile che l’operazione sia stata condotta da un gruppo ucraino, ma che operava in modo indipendente dal Governo di Kyiv. Al momento, tuttavia, si tratta di una valutazione tutt’altro che certa e il colpevole non è stato ancora identificato.
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha però messo in guardia dal trarre conclusioni troppo affrettate, e in un’intervista alla radio pubblica Deutschlandfunk ha ipotizzato che possa essersi trattato di un’operazione ‘false flag’ – ossia orchestrata dai russi in modo tale da far ricadere la responsabilità sugli ucraini.
Anche il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che non è stato ancora identificato alcun colpevole. “Non siamo stati in grado di determinare chi c’era dietro [il sabotaggio]”, ha detto, aggiungendo: “Ci sono indagini nazionali in corso e penso che sia giusto aspettare che siano finalizzate prima di dire qualcosa di più”.
I fatti risalgono allo scorso settembre, quando numerose esplosioni sottomarine hanno provocato lo scoppio dei tubi che trasportavano il gas naturale dalla Russia alla Germania. Nord Stream 1 e 2, situati rispettivamente nelle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca, sono stati colpiti in quattro punti da esplosioni con 500 chili di tritolo, l’equivalente della potenza della una bomba di un aereo.
Un gasdotto – quello denominato Nord Stream 2 – che era finito al centro della polemica già molto prima che il Cremlino dichiarasse guerra all’Ucraina, per i timori che aggravasse la dipendenza europea dall’energia russa.
La Russia crede che dietro gli attacchi ci sia la mano dell’Occidente, mentre Stati Uniti ed Europa ritengono al contrario che l’esplosione possa essere stata compiuta dalle forze di Mosca.