Senza seguito, senza giornalisti e senza pranzo di stato. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è arrivato alla Casa Bianca per quella che è stata definita ”una tranquilla visita di lavoro”. In realtà dietro questa formula, siccome hanno parlato solo di appoggio all’Ucraina, secondo molti analisti soprattutto americani si nasconde la preoccupazione del forte partner europeo e della Nato, probabilmente condivisa anche dagli americani, che il collante nei confronti di Kiev potrebbe lentamente seccarsi di fronte ad aiuti a tempo indeterminato per contrasttare l’invasione russa.
Scholz, anche se ha ribadito “aiuteremo Zelenksky e gli ucraini fino a quando sarà necessario e per tutto il tempo necessario”, ha voluto rimarcare che questi aiuti si stanno ripetendo ormai da più di un anno lasciando intendere che oltre a contrastare Putin in tutti i modi forse parallelamente si dovrebbe cercare anche un’exit strategy dal conflitto che nessuno, aggressori o aggrediti sta in questo momento davvero perseguendo.
Ma in politica come in diplomazia le strette di mano e soprattutto gli incontri a porte chiuse come quello che Biden e Scholz hanno avuto in una tiepida Washington o di Blinken e Lavrov in India al G20 giovedì, non sono casuali e servono per comunicazioni o decisioni importanti.
Wieviele Leute passen eigentlich ins Oval Office im Weißen Haus? Viele. @dpa #dpareporter #Scholz #Biden pic.twitter.com/NP7hdU2OdQ
— Christiane Jacke (@Turmbewohner) March 3, 2023
E la visita la prossima settimana della commissaria europea Ursula von der Leyen alla Casa Bianca sembra confermare questo bisogno di consolidamento non solo del fronte comune Nato-Usa-Europa, ma anche per auspicare un inizio di trattativa o addirittura prevenire una sanguinosa offensiva e controffensiva di primavera sul territorio ucraino.
La Germania, disciplinata come sempre, ha messo in bilancio più fondi per gli armamenti, ha cercato e sta cercando alternative alle fonti di approvvigionamento energetico, rispetto alle forniture russe di gas, ma si sente molto più vicina e scomoda sui confini di Mosca che non Biden da Washington. In altre parole “il tranquillo incontro di lavoro” è stato molto di più.Epotrebbe preparare la definizione di un piano di reazione Usa Nato e Ue se Putin decidesse di alzare il livello del conflitto. Ma potrebbe anche suggerire la Cina, se venisse accettata come mediatrice e non fornitrice di armi a Mosca, nel tentativo di arrivare almeno ad un cessate il fuoco. Anche Brasile e Turchia potrebbero spalleggiare l’eventuale tentativo cinese.
Biden tuttavia riconferma altri 400 milioni di dollari in armamenti che per v zelenski però sono ancora pochi.
E in questo quadro diventato imprevedibile e in rapida evoluzione non stupisce che il presidente americano abbia spedito a Kiev il ministro del tesoro Yellen i giorni scorsi e giovedì a sorpresa sia arrivato anche quello della giustizia Garland, entrambe figure chiave ,nel caso si affrontasse la fase di ricostruzione e la corruzione ancora presente nel paese e si consolidasse la raccolta di prove per eventuali crimini contro l’umanità commessi dagli aggressori.
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