In una rara ammissione pubblica, il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto “perdite” nei ranghi dell’esercito di Mosca e ha elogiato i servizi segreti per aver contrastato il terrorismo interno. Il leader russo lo ha detto intervenendo a una riunione con il Servizio di Sicurezza Federale (FSB) – l’agenzia d’intelligence interna della Federazione.
“Purtroppo ci sono perdite nei nostri ranghi”, ha esordito Putin, aggiungendo che “la leadership dell’FSB deve fare tutto il possibile per fornire ulteriore sostegno alle famiglie dei nostri compagni caduti”.
Putin ha sostenuto che “il 2022 è stato un anno speciale per l’intero Paese e per il vostro servizio”, un anno durante il quale “le unità dell’FSB sono state direttamente coinvolte nella ‘operazione militare speciale’, risolvendo compiti operativi complessi e non standard, controllando il confine di Stato, combattendo attivamente il terrorismo, il crimine organizzato, la corruzione e l’estremismo”.
Putin ha inoltre incaricato l’FSB di rafforzare i controlli al confine nelle quattro regioni unilateralmente annesse da Mosca lo scorso settembre (Donetsk, Lugansk, Cherson e Zaporizhzhia). La motivazione del Cremlino è quella di contrastare le “crescenti operazioni di spionaggio e sabotaggio” contro la Russia da parte dell’Ucraina e delle agenzie d’intelligence occidentali. Nelle stesse ore, infatti, un drone-kamikaze si schiantava vicino a una stazione di servizio vicino alla città di Kolomna, a meno di 100 km a sud-est di Mosca, e le autorità decidevano di chiudere lo spazio aereo sopra San Pietroburgo per una non meglio precisata “esercitazione aerea” – che si presume in realtà fosse un’altra minaccia con droni.
In mattinata le forze russe hanno abbattuto un altro drone ucraino sopra la regione di Bryansk, mentre nella notte tre droni hanno preso di mira la regione russa di Belgorod – anche se in entrambi gli episodi non ci sarebbero state vittime.