Si è conclusa da poco un’accesissima battaglia legale davanti alla Corte Suprema.
Al centro della contesa politico-giuridica c’è la proposta del presidente Joe Biden di condonare o ridurre i debiti studenteschi di milioni di giovani americani – che ha incontrato la ferma opposizione dei repubblicani.
Il dibattito è proseguito per diverse prima che i Justices si ritirassero in una metaforica camera di consiglio per prendere una decisione, attesa per la fine di giugno.
Lo scorso agosto, Biden aveva annunciato che il Governo federale avrebbe abbuonato 10.000 dollari di debiti universitari a milioni di studenti, potendo arrivare fino a un massimo di $20.000 per le persone maggiormente in difficoltà. Nello specifico, i debitori che guadagnano meno di 125.000 dollari all’anno – oppure i nuclei familiari che ne guadagnano meno di $250.000 – sono stati messi in condizioni di vedersi cancellati i debiti pari a 10.000 dollari. Il Governo federale si è inoltre impegnato ad aumentare la somma condonata fino a 20.000 dollari nel caso dei beneficiari di borse di studio “Pell Grant”, che vengono concesse agli studenti universitari con i redditi più bassi.
Secondo l’amministrazione Biden, 26 milioni di americani hanno già presentato richiesta, e 16 milioni di domande sono già state accolte – per un costo complessivo per le casse federali stimato a 400 miliardi di dollari nei prossimi 30 anni.
Ad ostacolare la proposta ci hanno però pensato i repubblicani, che grazie ad alcune sentenze favorevoli in diversi tribunali di grado inferiore sono finora riusciti a limitare l’impatto della misura. Il GOP e l’universo dei conservatori critica infatti aspramente il debt relief, in quanto violerebbe palesemente il potere esecutivo di Biden. E così martedì la vicenda è finita finalmente sul tavolo della Corte Suprema (e della sua maggioranza conservatrice di 6-3).

“Sono sicuro che l’autorità legale per portare avanti questo piano c’è”, ha detto Biden lunedì, in occasione di un evento per celebrare il Mese della Storia Nera. La Casa Bianca sostiene che, in caso di rigetto della proposta, le insolvenze dei prestiti aumenteranno in modo significativo quando la moratoria sui pagamenti dei prestiti scadrà quest’estate (i pagamenti studenteschi sono stati sospesi nel 2020, con l’insorgenza della pandemia).
L’amministrazione dem ha interpretato estensivamente la legge HEROES del 2003, che conferisce al segretario all’Istruzione l’autorità di rinunciare o modificare le condizioni dei prestiti federali agli studenti in caso di disastro nazionale – che era originariamente destinata a supportare i studenti-soldati impegnati in Afghanistan e Iraq.
Il piano di Biden sembra comunque avere poche chances: la Corte non solo ha una solida maggioranza conservatrice, ma negli ultimi mesi ha già espresso dubbi su altri piani di Biden legati alla pandemia, come le restrizioni alle vaccinazioni e le moratorie sugli sfratti.