Perché è facile passare ad altro, perché viviamo di anniversari, perché abbiamo la memoria corta. Per questo ben vengano le piccole luci, i faretti accesi dagli ostinati che improvvisamente o per caso si incrociano in questo distratto mondo e in questo superveloce modo di vedere, sapere e dimenticare le cose importanti.

Stavolta il faretto l’ha acceso un medico italiano, Juri Alessandro Giannotta che ha deciso di ricordarci che in Iran si protesta ancora e si muore ancora per protestare. Ma aggiunge un dettaglio in più, attenzione ci dice, che quelli come lui, i medici, in Iran stanno rischiando l’arresto, le torture, la vita anche solo se fanno il loro mestiere. Perché il loro mestiere è quello di curare, di assistere, chiunque chieda loro aiuto, malato o ferito che sia. Succede allora che ai medici si rivolgano anche le donne e gli uomini che vengono picchiati e massacrati dalle feroci squadre della guardia della rivoluzione islamica (IRGC), ma questo li mette di fronte a una scelta che è soltanto un ricatto, o rinunciare a curarli o denunciarli al regime, la terza via é essere loro arrestati, torturati e uccisi.
Allora il medico Giannotta ha fatto una cosa semplice, ha messo la sua faccia su Instagram e ha lanciato un appello ai suoi colleghi italiani, e non solo, perché condividano la sua denuncia. Così da qualche giorno si moltiplicano i volti giovani e anziani, uomini e donne col camice e con lo stetoscopio attorno al collo che raccontano chi sono e perché sono al fianco dei loro colleghi iraniani. Una catena che ha il suo nome, il suo profilo @savedoctors e che prova a ricordarci nello scorrere distratto tra un reel di ricette e uno di moda, che in Iran non è finita, ma che la battaglia per la libertà e per i diritti costa cara ed é destinata a spegnersi nel buio se lasciamo soli quelli che la combattono. Allora viva i dottori che raccontano quello che fanno e che diventano catena, facce e parole che chiedono una cosa semplice ma rivoluzionaria: che anche i loro colleghi di Teheran possano continuare a farlo.
E noi almeno andiamo a vederli, a condividerli e moltiplicarli questi dottori, che accendono un faretto nel buio della nostra memoria corta.