Riparte l’indagine della Procura Distrettuale di Manhattan su Donald Trump. La prossima uscita di un libro, il 7 febbraio, ha forzato la mano ad Alvin Bragg che, pungolato sull’immobilità delle sue indagini, ha riavviato l’inchiesta sul pagamento da parte di Donald Trump a Stormy Daniels, la pornodiva con cui l’ex presidente ha avuto una relazione, pagata per non rivelare il loro legame.
Nei giorni scorsi il District Attorney di New York ha convocato un gran giurì per indagare su questa vicenda perché non è chiara la provenienza dei 130 mila dollari dati alla Daniels durante la campagna elettorale di Trump nel 2016. Non si capisce se questi soldi siano stati prelevati dalla Trump Organization, spacciandoli per spese legali, o, nel caso peggiore per l’ex presidente, dai fondi elettorali.
L’autore del libro è l’avvocato Mark Pomerantz, legale di successo dello studio Paul Weiss di Manhattan, “arruolato” dalla procura distrettuale quando il District Attorney era Cyrus Vance per indagare sulle attività di Donald Trump. E lui, insieme all’altro avvocato Carey Dunne, scavava sugli illeciti dell’ex presidente. Dunne è l’avvocato che ha discusso vittoriosamente alla Corte Suprema il rilascio delle tasse di Trump. Pomerantz e Dunne, si sono dimessi a febbraio dello scorso anno per i loro disaccordi con Bragg che dal 1 gennaio 2022 aveva sostituito Cyrus Vance, a causa della tiepidezza mostrata nelle indagini.
Il libro scritto da Mark Pommerantz “People vs Donald Trump; An Inside Account” pubblicato da Simon & Schuster, ha improvvisamente risvegliato l’interesse del District Attorney Alvin Bragg che anche dopo la recente condanna della Trump Organization, non si era mosso.

Il suo ufficio ha prima scritto una lettera alla società editrice chiedendo di bloccare l’uscita del libro e poi, dopo che la richiesta è stata respinta, ha convocato il nuovo grand jury. E per questo Michael Cohen, l’ex avvocato di Trump, ha incontrato i pubblici ministeri e sta testimoniando davanti agli inquirenti.
Cohen che si è dichiarato colpevole presso la corte federale nel 2018 per aver effettuato il pagamento illegale alla Daniels per non influenzare le elezioni presidenziali del 2016, afferma di aver fatto il pagamento per ordine di Trump.
Cohen durante l’interrogatorio ha consegnato agli inquirenti i suoi telefoni cellulari che usava quando era l’avvocato dell’ex presidente. “Hanno chiesto i miei telefoni cellulari – ha detto Michael Cohen al microfono di Don Lemon della CNN – perché vogliono ascoltare le registrazioni vocali che avevo avuto con Keith Davidson, ex avvocato di Stormy Daniels prima di Michael Avenatti, e leggere le tantissime e-mail, messaggi di testo e così via”.
Cohen ha detto che i telefoni cellulari sono “nuovi per il procuratore distrettuale di Manhattan”, nonostante siano stati presi in consegna dagli inquirenti federali dopo che nel 2018 la sua casa è stata perquisita dall’FBI.

Convocato alla Procura Distrettuale anche l’ex editore del National Enquirer, David Pecker, che ha ricevuto l’immunità per la sua testimonianza la grand jury federale. Pecker era stato contattato dall’avvocato della Daniels che voleva i 130 mila dollari per il silenzio della sua cliente e fece da tramite contattando Michael Cohen. Dopo il pagamento il giornale che aveva imposto alla Daniels la clausola di non rivelare la relazione, non pubblicò la storia.
Cohen che aveva effettuato il pagamento alla Daniels è stato rimborsato, hanno detto i pubblici ministeri federali in tribunale, dalla Trump Organization. I dirigenti dell’azienda gli hanno autorizzato pagamenti per un totale di 420 mila dollari per coprire il suo pagamento originale, le sue passività fiscali e ci hanno aggiunto un bonus. Gli inquirenti hanno affermato che la società ha registrato falsamente questo pagamento come spese legali.
Cohen ha sempre sostenuto che il pagamento era avvenuto su ordine di Trump, e i pubblici ministeri federali hanno affermato che nell’eseguire i pagamenti, Cohen “ha agito in coordinamento con e sotto la direzione di” Trump. Sia Pommerantz che Dunne avevano preso in considerazione di incriminare l’ex presidente per la manipolazione del pagamento ma Alvin Bragg non era convinto che un’accusa simile non sarebbe sopravvissuta alle sfide legali.