La Casa Bianca ha annunciato che lo stato di emergenza Covid-19 nel Paese terminerà ufficialmente il prossimo 11 maggio, mettendo fine a tre anni in cui Stati Uniti hanno adottato severe misure di controllo sanitario per contrastare il coronavirus.
L’Ufficio di gestione e bilancio (OMB) dell’amministrazione Biden ha comunicato lunedì il rinnovo del periodo emergenziale fino a maggio, specificando però che dopo quella data si tornerà alla normalità.
Ciò ha almeno due grandi ripercussioni: la prima è che i costi dei vaccini anti-Covid, dei test e di alcuni trattamenti specifici non saranno più coperti dal Governo federale ma trasferiti alle assicurazioni commerciali e ai programmi sanitari pubblici.
In secondo luogo, la conclusione del periodo emergenziale metterà fine anche al famigerato Titolo 42 – la controversa disposizione che ha consentito di deportare in Messico migliaia di migranti provenienti da Nicaragua, Cuba e Haiti arrestati mentre cercavano di attraversare illegalmente il confine con gli Stati Uniti.
Lo stato d’emergenza era stato proclamato all’inizio del 2020 dall’allora presidente Donald Trump – venendo in seguito rivisto e ampliato durante l’amministrazione Biden per garantire test, vaccini e cure gratuite ai cittadini americani.
Secondo una dichiarazione separata dell’OMB, inoltre, Biden userà il veto presidenziale per opporsi a una misura proposta dai repubblicani al Congresso che eliminerebbe l’obbligo vaccinale per i professionisti medici che lavorano in convenzione con i programmi federali.
Gli Stati Uniti sono il Paese con più casi registrati di Covid-19 – nonostante il primato possa essergli conteso dalla Cina, i cui dati sono però assai più opachi. Più di 100.000.000 di americani hanno contratto il Covid-19 negli ultimi tre anni, e per più di 1.132.000 l’infezione si è rivelata fatale. Da diverse settimane i nuovi positivi sono in netto calo in tutto il Paese, sebbene una media di circa 500 persone continui a morire ogni giorno a causa del virus.
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