Continua a scorrere sangue in Cisgiordania: domenica mattina un soldato israeliano in Cisgiordania ha ucciso un giovane palestinese sostenendo che fosse armato. A riportarlo è il ministero della Sanita palestinese.
La vittima si chiama Karam Ali Ahmad Salman, ha 18 anni, e sarebbe stata freddata vicino all’insediamento di ‘Kedumim’ – colonizzato dagli israeliani ma la cui sovranità è reclamata dalle autorità palestinesi. Poco dopo anche l’esercito israeliano ha confermato il decesso, dichiarando che una “squadra di sicurezza civile” nel nord della Cisgiordania ha sparato a un sospetto “dotato di arma da fuoco”.
Salman è uno degli almeno 32 palestinesi – sia civili che militanti – che sono morti in Cisgiordania solo questo mese, secondo una stima di AFP. Sabato, invece, un palestinese ha aperto il fuoco davanti ad una sinagoga a Gerusalemme Est, provocando 7 morti e una decina di feriti.
La sua morte arriva nello stesso giorno dell’arrivo in Medio Oriente del Segretario di Stato statunitense Antony Blinken – che visiterà proprio Israele e Cisgiordania (oltre all’Egitto) per parlare con i leaders regionali della crisi in Ucraina e dell’escalation di tensioni tra israeliani e palestinesi.
In particolare, il capo della diplomazia USA incontrerà il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas per ribadire a entrambi “l’urgente necessità che le parti prendano provvedimenti per stemperare le tensioni, al fine di porre fine alla spirale di violenza che ha causato troppe vittime innocenti”, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price.
Una settimana fa anche Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, si era recato in Israele per discutere del ruolo di Tel Aviv nel conflitto ucraino e dei timori che l’Iran – nemico comune di USA e Israele – fornisca droni per aiutare l’aggressione russa.
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