Nell’estate del 2019 il ministro della Giustizia William Barr e il procuratore speciale John Durham si recarono in Italia per indagare sulla possibilità che i servizi segreti del nostro Paese avessero informazioni sulle origini del Russiagate.
Dopo che si era conclusa l’indagine del procuratore speciale Robert Mueller, Donald Trump aveva chiesto e ottenuto che Barr aprisse una controinchiesta allo scopo di dimostrare che il Russiagate era stato una montatura generata dall’Fbi, basata su spiate inaffidabili provenienti dall’Europa.
Oggi, dopo quattro anni di indagini, l’inchiesta di Durham non ha ancora smontato nessuna delle accuse di “contatti ripetuti” fra la campagna di Trump e Mosca, contenute nel rapporto Mueller, né tantomeno ha trovato prove che il “deep State” avesse tramato creando false tracce di quei contatti per impedire l’elezione di Trump. Anzi la controinchiesta sembra destinata a concludersi con un nulla di fatto.

Ma con uno scoop frutto di “mesi di lavoro”, il New York Times rivela che in Italia Durham qualcosa trovò, esattamente l’opposto di quel che si aspettava: “I funzionari italiani, pur negando qualsiasi ruolo nell’avvio dell’indagine sulla Russia, inaspettatamente offrirono una soffiata potenzialmente esplosiva che collegava Trump a alcuni sospetti crimini finanziari”, scrivono Charlie Savage, Adam Goldman e Katie Benner, i tre giornalisti che hanno studiato a fondo le indagini di Durham e pubblicato la lunga ricostruzione.
Da ministro della Giustizia, Barr si trovò davanti alla scomoda posizione di dover valutare la “soffiata”, e insieme a Durham stabilì che “era troppo seria e credibile per essere ignorata”. Tuttavia, Barr affidò allo stesso Durham l’incarico di indagare, ed eventualmente arrivare a delle incriminazioni.
Non sappiamo cosa le autorità italiane avessero comunicato a Durham, quali fossero i “crimini finanziari” di cui avevano conoscenza. Quel che l’indagine del New York Times chiarisce è che Durham non ha mai formulato accuse. Ha insabbiato? Non ha trovato nulla che comprovasse quel che gli italiani gli avevano detto? I tre giornalisti scrivono che non si sa “quali passi abbia compiuto, cosa abbia appreso e se qualcuno alla Casa Bianca ne sia stato informato”. Anzi, per dirla chiaramente: “Il fatto straordinario che Durham abbia aperto un’indagine penale che includeva l’esame del presidente Trump è rimasto un segreto”.