Joe Biden ricordando Martin Luther King a Washington parla dell’eterna battaglia del bene sul male, ma anche della giustizia fiscale “perché la classe media non deve sostenere il carico fiscale dei più ricchi del Paese che invece vogliono sottrarsi alle loro responsabilità sulle tasse”,
In un discorso per celebrare l’anniversario della nascita del leader pacifista nero ucciso a Memphis il presidente ha criticato l’agenda fiscale dei repubblicani della Camera, prendendo di mira la spinta della nuova maggioranza per cercare di revocare i nuovi finanziamenti dell’Internal Revenue Service, l’ufficio americano delle Entrate, abolire l’agenzia fiscale federale e sostituire l’imposta sul reddito con un’imposta federale sui consumi. Un discorso politico questo di Biden quasi a sottolineare la sua intenzione di ricandidarsi per le presidenziali del 2024.
Parlando alla colazione del National Action Network a Washington, in cui si ricordava la figura di Martin Luther King, Biden ha definito i repubblicani “dementi fiscali” e si è impegnato a porre il veto alla loro legislazione sulle tasse.
Il primo disegno di legge menzionato da Biden, sponsorizzato dal rappresentante Adrian Smith, repubblicano del Nebraska, cancellerebbe più di 70 milioni di dollari per l’IRS, per assumere 87.000 nuovi agenti, un obiettivo aspramente criticato dai repubblicani, approvato dalla Camera con un voto di 221 contro 210.
L’altro disegno di legge nel mirino di Biden è stato introdotto la scorsa settimana dal rappresentante Buddy Carter, repubblicano della Georgia, il quale propone di eliminare le imposte sul reddito e istituire un’imposta federale sui consumi.
Tune in as I deliver remarks at the National Action Network Martin Luther King, Jr. Day Breakfast. https://t.co/q6IH0MDAvk
— President Biden (@POTUS) January 16, 2023
“I repubblicani vorrebbero che il ceto medio paghi un altro 10, 20% delle loro tasse a seconda di dove vivono e di come spendono i loro soldi. Questo naturalmente per ridurre le tasse per i più ricchi. Dobbiamo decidere se vogliamo la democrazia invece dell’autocrazia, l’amore invece dell’odio. Queste sono le domande che dobbiamo farci oggi” ha detto Joe Biden.
Il presidente in questi giorni è alle prese con i documenti top secret di quando era vicepresidente lasciati nei luoghi più disparati: in un ufficio usato quando da vicepresidente insegnava alla University of Pennsylvania, nel garage della sua casa a Wilmington, in Delaware dove ha parcheggiate le sue Corvette e le sue Mustang, nella sua biblioteca privata. In seguito a questi ritrovamenti e alla luce delle indagini sui careggi top secret trovati in casa dell’ex presidente Donald Trump, il segretario alla Giustizia Merrick Garland ha nominato un Procuratore speciale, Robert Hur, per indagare sulla vicenda. Hur è un ex procuratore distrettuale federale nominato da Trump.

Ma questa mossa non è bastata ai repubblicani che con rabbia rilanciano le accuse al capo della Casa Bianca nel tentativo di minimizzare le magagne dell’ex presidente che difendono a spada tratta. Vogliono i registri delle persone che hanno visitato la casa di Biden. “Abbiamo un sacco di domande”, ha detto il deputato James Comer, presidente della House Oversight and Accountability Committee. Comer ha dichiarato di voler vedere tutti i documenti e le comunicazioni relativi alle ricerche del team di Biden, nonché i registri dei visitatori della casa del presidente a Wilmington, nel Delaware, dal 20 gennaio 2021 ad oggi. Ha detto che l’obiettivo è determinare chi potrebbe aver avuto accesso al materiale classificato e come i record sono arrivati lì.
“Ma i registri non esistono” hanno detto i legali della Casa Bianca in risposta alla sua richiesta. “Come per ogni presidente della storia moderna, la residenza privata è privata”, hanno detto gli avvocati a Fox News sottolineando che Biden ha invece ripristinato i registri alla Casa Bianca che erano stati aboliti da Donald Trump.
Il deputato Jamie Raskin, democratico del Comitato di supervisione e responsabilità della Camera, ha affermato che il Dipartimento di Giustizia ha saggiamente nominato un consigliere speciale sia per “arrivare al fondo” della questione dei documenti classificati di Biden, sia sull’indagine separata sulla cattiva gestione di documenti riservati presso il club privato e la residenza dell’ex presidente Donald Trump in Florida. Ma Raskin ha anche sottolineato le differenze fondamentali tra i due casi, incluso il fatto che il team di Biden ha prontamente consegnato i documenti agli archivi nazionali rispetto alla ripetuta resistenza di Trump a tali richieste.
“Sarebbe necessario per i miei colleghi repubblicani mantenere il senso delle proporzioni sulle due vicende invece di paragonarle”, ha detto Raskin alla CNN. Perché il ritrovamento dei dossier riservati in possesso di Biden non è stato il frutto di una perquisizione da parte dell’FBI ma la consegna volontaria di questi documenti da parte degli avvocati del presidente dopo che erano stati rinvenuti.